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"Il Pdl non c'è più. Ci vuole un nuovo patto"

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Fini da Mirabello: "La mia cacciata un atto degno del peggior stalinismo". E sul futuro del governo "si va avanti senza ribaltoni e tatticismi"

Michela Ravalico
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E' cominciato con un po' di ritardo, è durato più di un'ora. Al termine dell'attesissimo discorso di Mirabello il presidente della Camera Gianfranco Fini ha avuto un lieve malore. Calo di zuccheri, spiegano i suoi. Un po' di emozione, la stanchezza, la tensione accumulata da giorni.  Qualche risposta politica è arrivata, non quelle che aveva posto Libero lungo tutto il mese d'agosto, sul caso Montecarlo, sugli agganci della famiglia Tulliani in Rai, sui contatti con la cricca. Niente. Fini fa finta di non aver sentito. E anzi, l'unico accenno che fa alla vicenda è per insultare il lavoro fatto da Libero e dal Giornale in queste settimane. "Attacco infame, perché chi attacca la famiglia è un infame ". Così ha definito Fini gli articoli sulla compagna, Elisabetta Tulliani (che era presente a Mirabello per seguire il discorso del compagno e padre dei suoi due figli) e i suoi familiari pubblicati e documentati da Libero e dal quotidiano diretto da Feltri. "Hanno usato il metodo Boffo, ma noi andiamo avanti senza farci intimidire". Ecco il discorso di Fini per punti Il Pdl non c'è più  - "Non si può rientrare in un partito che non c'é più. Si va avanti senza farsi intimidire" ha detto Fini, liquidando, di fatto, il Pdl. "Il Pdl, così come l'avevamo concepito, è finito il 29 di luglio. E non perché - aggiunge - qualcuno se ne è andato, ma perche è venuto meno all'interno il confronto di idee che è il sale delle democrazia". Oggi dunque "non c'é più il Pdl" ma "c'é il partito del predellino". E in questo quadro Fini manda anche una stoccata a molti ex An. "Qualche colonnello ha cambiato generale - dice - ed è forse già pronto a cambiarlo di nuovo". Espulsione dal Pdl atto illiberale e autoritario- "La mia espulsione del Pdl è stata un atto illiberale e autoritario" degno del "peggior stalinismo". Lo ha detto Gianfranco Fini nel corso del suo intervento alla festa di Futuro e Libertà. La maggioranza va avanti  - "Si va avanti senza ribaltoni o ribaltini, senza cambi di campo. E senza atteggiamenti che possano dare in alcun modo agli elettori la sensazione che noi si abbia raccolto voti nel centrodestra per poi portarli da qualche altra parte". Ma si va avanti, avverte Fini, "convinti della necessità di onorare quel patto con gli elettori, ma fino in fondo, senza magari aggiungerci qualche parte che nel programma non c'era e che invece diventa un'emergenza". Patto di legislatura - "Serve un patto legislatura ma basta acquiescenza da parte del Pdl verso la Lega Nord. "E' nell'interesse anche di Berlusconi". Ok federalismo, ma nell'interesse di tutti - "Il federalismo è possibile solo se sarà fatto "nell'interesse di tutta l'Italia, non soltanto nella parte più sviluppata del Paese. Bossi sa che è possibile realizzare il federalismo, ma solo se nell'interesse generale" e se non è "a scapito del Mezzogiorno". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello. "Bossi - ha detto Fini - è un leader popolare, abbiamo polemizzato tante volte, solo chi non conosce la storia oltre che la geografia può pensare che la Padania esista davvero. Ma capisce che quella bandiera che alzato per primo, fra lo scetticismo e l'ironia, quella del federalismo oggi può essere bandiera che determinerebbe il compimento di una missione storica. Quel federalismo è possibile solo se è nell'interesse di tutta Italia non solo in quella della parte più progredita. Nella commissione bicamerale che dovrà verificare i decreti attuativi del federalismo fiscale dovremmo discutere e non lasciare la discussione all'asse Tremonti-Calderoli" La riforma del federalismo fiscale in questo senso deve servire, secondo Fini "per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia". Rapporti con Berlusconi -  "Siamo tutti grati per quel che ha fatto soprattutto quando, nel '94, ha contrastato la gioiosa macchina da guerra; ma la gratitudine non puo' significare che ogni volta che si critica o si esprime opinioni diverse, ci si debba sentire accusati di lesa maestà. Non ci può essere diritto di lesa maestà perché non c'é un popolo di sudditi".E ancora. "Berlusconi ha tanti meriti, ma anche qualche difetto: in primo luogo di non aver ben compreso che in una democrazia liberale non può esserci l'eresia, perché non c'é l'ortodossia. Gli siamo tutti grati per quello che ha fatto, ma la gratitudine - ha puntualizzato Fini - non può significare che ogni volta che si esprime una critica ci si sente accusati di lesa maestà: non c'é un popolo di sudditi, ma di cittadini che vogliono partecipare attivamente". "Non ho mai contestato la leadership di Berlusconi - ha detto poi - ma lui ha l'attitudine a confondere la leadership con il ruolo che nelle aziende hanno i proprietari: il Pdl non può essere derubricato a contorno di un leader". Berlusconi non confonda leadership con proprietà - Il premier Berlusconi non confonda la leadership con la proprietà. Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento a Mirabello sottolineando che la "gratitudine" non può significare l'impossibilità di fare critiche a cui si risponde con "gesti di stizza e fastidio". Sulla giustizia - "Il garantismo è un principio sacrosanto, ma mai e poi mai può essere considerato una sorta di immunità permanente". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini dal palco della festa tricolore di Mirabello.

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