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I comunicatori

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Appunto di Filippo Facci

bonfanti ilaria
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Tutto può essere detto, ogni frase può essere rovesciata e contraddetta coi giornalisti bramosi di rilanciare su carta e teleschermi: che tanto noi siamo un branco di deficienti - pensano - e ce le beviamo tutte, noi pensiamo con il cuore o con il portafoglio - pensano - e mai con l'intelletto. Elezioni sì, no, forse. Fini deve sloggiare, anzi no, anzi dipende. Silvio Berlusconi ha detto: «Fini vuole la sua aziendina». No comment. Franco Frattini ha detto: «Non vedo perché ci si dovrebbe dispiacere se parlamentari non eletti con la maggioranza scelgono di sostenere il governo». Ah, ecco: purché sappia che secondo logica aristotelica il ragionamento vale anche all'inverso: «Non vedo perché ci si dovrebbe dispiacere se parlamentari eletti con la maggioranza scelgono di non sostenere il governo». Poi Sandro Bondi: ha detto che la stampa italiana non dà conto di «quello che accade realmente nel paese»: e qui ha ragione, perché la stampa italiana dà conto delle cazzate dei politici. Poi ha detto che l'informazione televisiva è ormai «un'arena dove si è buttati e bisogna soltanto combattere». Povero, viene buttato: mica è colpa sua, è colpa di noi barbari. È colpa nostra se in tv c'è Bondi che litiga, allora cambi canale e ancora c'è Bondi che litiga. Ps: non si contemplano esponenti dell'opposizione, ora, perché non risulta definitivamente provato che da quelle parti vi sia traccia di vita.

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