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Savoiagate, assolto Vittorio Emanuele

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Era accusato di aver costituito un'associazione per delinquere impegnata nel settore del gioco d'azzardo

Eleonora Crisafulli
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Vittorio Emanuele, accusato di associazione per delinquere nell'ambito del cosiddetto "Savoiagate", è stato assolto perché il fatto non sussiste. Con questa formula il gup Marina Finiti, al termine del giudizio con rito abbreviato, ha scagionato da ogni accusa ll principale imputato e le altre cinque persone coinvolte, respingendo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Andrea De Gasperis. L'accusa - Secondo l'accusa il gruppo avrebbe creato dal 2004 un'associazione per delinquere "impegnata nel settore del gioco d'azzardo fuori legge, attiva nel mercato illegale dei nulla osta per videopoker procurati e rilasciati dai Monopoli di Stato attraverso il sistematico ricorso allo strumento della corruzione e del falso". Un'associazione che sarebbe stata anche dedita al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecita attraverso Casinò. L'inchiesta - Il procedimento è un filone dell'indagine nata a Potenza su iniziativa del pm Henry John Woodcock e poi trasferito a Roma, lo scorso febbraio, quando il tribunale lucano dichiarò la propria incompetenza territoriale accogliendo un'istanza del legale di Savoia. Vittorio Emanuele, arrestato il 16 giugno del 2006 e rilasciato dopo una settimana, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.

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