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La Bce boccia la tassa sulle transazioni finanziarie

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Sarkozy aveva avanzato la proposta di un'imposta globale per il reperimento di fondi contro la povertà

Eleonora Crisafulli
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La tassa sulle transazioni finanziarie, auspicata da Nicolas Sarkozy, non convince il numero uno della Bce, Jean Claude Trichet. La proposta era stata avanzata dal presidente francese durante il vertice Onu sugli Obiettivi per lo Sviluppo del Millenio. Per raggiungerli e ridurre la povertà i soli fondi pubblici non bastano, "ci vogliono finanziamenti alternativi e alla finanza globale si può chiedere di partecipare alla stabilizzazione del mondo", aveva spiegato Sarkozy. Ma la tassa, in base alle analisi della Bce, "non è consigliabile per ragioni economiche e finanziarie, è enormemente difficile da implementare e, se dovesse passare, dovrebbe essere applicata a livello globale, e sappiamo che questo non è possibile". Porterebbe, anzi, al "dislocamento delle transazioni in altri luoghi". Prima di Trichet, il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva manifestato il proprio scetticismo verso la proposta francese: "L'Italia non è contraria a priori, ma deve essere un'iniziativa condivisa, non unilaterale e che trovi il sostegno quantomeno dei Paesi del G20. Tentare non nuoce, anche se resta un'idea difficilmente realizzabile. Del resto la proposta non è nuova, ma era già emersa al G8 e al G20 e subito cassata da diversi Stati. Insomma se non c'è condivisione la “Sarkozy Tax” non è applicabile".

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