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La Bongiorno confermata in Commissione Giustizia. Ma il Lodo rallenta

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I tentativi d'intesa tra Fli e Pdl non aiutano il ddl. Vince l'ostruzionismo di Pd e Idv

Roberto Amaglio
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Giulia Bongiorno è stata confermata alla presidenza della commissione Giustizia della Camera. Come già anticipato nella riunione dei probiviri del Pdl di inizio ottobre, in cui si era affermata la volontà di confermare l'incarico a tutti gli esponenti di Commissione (siano essi del Pdl o di Fli), non ci sono stati particolari problemi per l'elezione dell'avvocato di Gianfranco Fini: per lei 40 voti a favori sui 48 votanti, con Giuseppe Consolo che si è fermato a 4 preferenze. Gioia Bongiorno - "Il dato che sicuramente mi fa piacere è che c'è stata una convergenza dell'opposizione e della maggioranza - ha affermato Giulia Bongiorno al termine della seduta -. Spero che questo possa essere un auspicio per una convergenza, oltre che sui candidati, anche sulla riforma della giustizia". Ghedini - Più che del voto favorevole del Pdl, il deputato Niccolò Ghedini si sorprende dell'appoggio ottenuto dalla Bongiorno da parte di Pd e Udc. "Pd e Udc hanno votato una presidente che in questi due anni e mezzo ha sempre appoggiato, se bene in maniera dialettica, la linea del governo - ha affermato Ghedini -. Questo allora vuol dire che riconoscono il lavoro fatto, ad esempio sul legittimo impedimento e sul lodo Alfano. Ne prendo atto con soddisfazione. Forse in un moto di autocoscienza, l'opposizione ha compreso la bontà delle leggi che abbiamo fatto" in materia di giustizia". Scenari politici - La conferma della Bongiorno rappresentava una significativa schiarita nel rapporto tra i Finiani e il Pdl, soprattutto in virtù delle prime votazioni al Lodo Alfano, previste questo pomeriggio nella commissione Affari costituzionali del Senato. Tuttavia la maggioranza ha capito ben presto che l'iter del Ddl non sarà agevole. Nella prima assemblea, infatti, sono stati votati solo quattro subemendamenti al primo emendamento (sono 70) presentato dal relatore e presidente della commissione, Carlo Vizzini (Pdl). Il tema su cui si sono concentrati i senatori è stato quello dell'esclusione di ministri dallo "scudo" giudiziario che nella nuova formulazione proposta sarebbe riservato al presidente del Consiglio e al capo dello Stato. Tuttavia l'annunciato ostruzionismo di Pd e Idv ha fatto sì che la discussione procedesse al rallentatore. "Abbiamo lasciato la più ampia possibilità di intervento all'opposizione, sia per le dichiarazioni di voto che per gli interventi in dissenso", ha commentato Vizzini al termine della riunione, annunciando anche la rinuncia alla prevista seduta notturna di oggi: "ma proseguiremo spediti". La prossima seduta sul tema, però, si terrà solo martedì prossimo a partire dalle 14:30. Fini d'accordo - Se la minoranza va alla carica di quella che è ritenuta una legge ad personam in difesa del Premier, Fini conferma il suo appoggio alla misura. Nel corso di un incontro alla Camera con i "suoi" eurodeputati, il presidente della Camera ha detto: "Sì a uno scudo per il premier, ma prima vediamo che progetto presentano. Se sarà "digeribile" ci sarà l'assenso dei futuristi".

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