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Consumi fermi e disoccupazione reale all'11%

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L'allarme di Bankitalia riguarda le famiglie, sempre più indebitate. Sacconi non commenta: "Dato esoterico"

Roberto Amaglio
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I confortanti dati sulla produzione industriale e gli ultimi, timidi ritocchi al rialzo sulle stime di crescita sembrano non bastare: la crisi, la cui fase acuta è considerata da tutti superata, continua ad azzoppare sensibilmente i redditi delle famiglie, i consumi e, conseguentemente, il mercato del lavoro e i redditi. La fotografia sulla situazione italiana è stata scattata da Bankitalia nel suo Bollettino Economico, un rapporto che ha confermato l'instabilità e le molte contraddizioni di questi anni di uscita dalla crisi finanziaria. Famiglie - I consumi delle famiglie continuano a ristagnare e gli investimenti in costruzioni si sono ancora contratti. "Le famiglie italiane hanno meno reddito disponibile e sono più indebitate. E i consumi ristagnano. Nella media del primo semestre il reddito disponibile reale delle famiglie consumatrici ha subito un calo nell'ordine dell'1% sul periodo corrispondente del 2009. In presenza di un sostanziale ristagno dei redditi nominali, la riduzione ha riflesso soprattutto una dinamica dei prezzi più elevata". Inoltre, nel secondo trimestre, secondo Bankitalia, "il debito delle famiglie (misurato in rapporto al reddito disponibile sui dodici mesi precedenti) è aumentato di oltre mezzo punto percentuale, confermando il moderato aumento osservato nel primo trimestre". A causare questo peggioramento l'incremento dei prestiti bancari a medio e a lungo termine. Disoccupazione - Se i consumi ristagnano, la causa è da ricercare nel mondo del lavoro. "Le prospettive sul mercato del lavoro rimangono incerte" e a farne le spese sono soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni il cui tasso di disoccupazione continua a essere più di tre volte maggiore della media", sostengono da via Nazionale. "Se si tiene in considerazione i lavoratori scoraggiati e le ore di Cassa integrazione, attualmente il tasso di disoccupazione reale viaggia oltre l'11%". Crescita - Per contro qualche segnale di ripresa a livello macro economico c'è. L'economia italiana crescerà dell'1% nella media del 2010. Si tratta, spiega l'istituto di Via Nazionale, di un dato "in linea con quelli diffusi dalla Commissione europea e dal Fondo Monetario Internazionale". Bankitalia segnala che "nel secondo trimestre del 2010 il Pil in Italia è aumentato a un ritmo lievemente superiore a quello di inizio d'anno (0,5% sul periodo precedente). I motivi sono la crescita delle esportazioni e il deciso rialzo dell'accumulazione in macchinari e attrezzature, favoriti dalle agevolazioni fiscali in scadenza a giugno. La velocità di uscita dalla crisi, tuttavia, è nettamente inferiore alla Germania, che viagga a un inarrivabile +2,2%. Sacconi non commenta - La pesante situazione tracciata da Banca d'Italia viene minimizzata da Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, che non commenta i dati forniti. "Commento solo fonti come Eurostat, non dati esoterici", ha detto il ministro, riferendosi al fatto che i parametri utilizzati dall'istituto di credito non sono riconosciuti a livello internazionale.

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