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Fini, dolore per il tricolore bruciato

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Il presidente della Camera interviene alla presentazione del libro su Garibaldi. "Le istituzioni devono rafforzare l'unità"

carlotta mariani
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La coesione nazionale è "uno dei beni più preziosi e intangibili dell'Italia di oggi". Parola di Gianfranco Fini che ha parlato questa mattina a Montecitorio durante la presentazione del libro 'Garibaldi: due secoli di interpretazioni'. L'appuntamento è avvenuto in una data importante per la storia del nostro Paese. Proprio il 26 ottobre di 150 anni fa c'è stato l'incontro tra il comandante dei Mille e il re Vittorio Emanuele II a Teano. "L'immagine del tricolore, bruciato nei giorni scorsi durante gli scontri a Terzigno, non può che costituire motivo di dolore e preccupazione" ha sottolineato il presidente della Camera ricordando i drammatici episodi di Terzigno. Per questo, ha aggiunto che "occorre un impegno corale e convinto affinché nessuna comunità locale, o ceto, o categoria possano sentirsi abbandonati, anche quando non lo sono, dalle istituzioni e della comunità nazionale". Solo le istituzioni a doversi impegnare "per rafforzare nel nostro popolo il senso di appartenenza a una comunità di destino, sentirsi nazione nel senso di Joseph Ernest Renan, in un plebiscito che si rinnova ogni giorno. Un obiettivo che può e deve essere raggiunto - ha detto Fini - non solo attraverso la memoria comune, ma anche e soprattutto attraverso la vicinanza effettiva alla vita concreta degli italiani, alle loro ansie, ai loro timori". La terza carica dello Stato è poi tornato al tema principale spiegando che il mito di Garibaldi "coincide per molti aspetti con il mito stesso del Risorgimento, quel mito che siamo oggi chiamati, nell'imminenza nell'imminenza del centocinquantenario, a rinnovare" e che il volume presentato è "l'ulteriore dimostrazione della centralità della figura dell'eroe nella tradizione, nell'iconografia e nell'immaginario dell'Italia unita". La ricorrenza è un'anticipazione di quello che Fini ha definito il "grande appuntamento del 2011, centocinquantesimo anniversario dell'unità della Patria". Una giornata, ha aggiunto, che "deve costituire un ulteriore richiamo alla necessità di difendere e rilanciare il valore dell'unità nazionale ed è essenziale farlo nel momento in cui la coesione tra italiani di ogni ceto, di ogni appartenenza geografica, di ogni ispirazione politico-culturale si rivela decisiva per vincere le grandi sfide che riguardano il futuro del nostro Paese".

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