Caso Ruby, il suo nome in indagine su squillo
Compariva a Milano già dal 2009. La Boccassini interroga il questore sulla telefonata arrivata da Palazzo Chigi. Fini: "Berlusconi faccia un passo indietro". Il premier: "Non mi dimetto". Ora spunta anche Perla
Emergono nuove notizie circa il passato di Ruby Rubacuori, la protagonista del caso politico degli ultimi giorni. Il nome di Karima El Mahroug, vero nome di Ruby, compariva nell'indagine sulla prostituzione d'alto bordo di Milano iniziata sin dal 2009. L'indagine avrebbe avuto sviluppi dalle recenti dichiarazioni della ragazza: secondo alcune indiscrezioni, l'indagine ora coinvolgerebbe Lele Mora e Nicole Minetti. L'indagine sulle squillo - L'inchiesta riguarda un giro di escort legate al mondo dei vip dello spettacolo, delle paparazzate e dei locali alla moda di Milano. Il nome di Karima, secondo quanto si è appreso, compare in accertamenti tecnici che evidenzierebbero suoi incontri con imprenditori in un hotel di lusso del centro. Incontri a pagamento, che non sarebbero stati isolati o d'iniziativa ma coordinati all'interno di un'ampia rete di conoscenze gestite da alcuni nomi noti e meno noti. Secondo le risultanze degli investigatori e le dichiarazioni di Ruby, nel procedimento ci sarebbero anche i nomi di Lele Mora e di Nicole Minetti. A causare l'accompagnamento in Questura, invece, il 28 maggio, non furono però queste circostanze, non note agli operanti, ma un'ingenuità della ragazza. Perchè lei, dopo la lite nel centro estetico di corso Buenos Aires, aveva subito declinato le sue vere generalità (pur non avendo i documenti) agli agenti della Volante intervenuti, dalle quali era così risultato un ordine di rintraccio a suo carico per scomparsa da una comunità protetta. Il suo nome è stato immediatamente ricollegato a quanto successo la sera prima dai colleghi degli agenti che l'hanno accompagnata in Questura il 28 maggio. I fascicoli su Karima, la fuggiasca - Inoltre, il quadro di Ruby che emerge dal fascicolo su di lei dei Tribunali per i Minorenni di Messina e di Milano appare completamente diverso da quello tracciato dalle sue interviste degli ultimi giorni. Il 30 giugno scorso Karima venne affidata dal Tribunale per i minorenni di Milano al Comune del capoluogo lombardo e contemporaneamente a quello di Letojanni, il paese in Sicilia dove viveva e vivono tuttora i suoi genitori, in quanto al Tribunale dei Minori di Messina era aperto un procedimento nell'interesse della minorenne fin dal 2008. Il procedimento era aperto dal momento che Karima era fuggita di casa in ben due occasioni. Nel 2007 è stata ospite in una comunità di Mondo X a Badolato, in provincia di Catanzaro. Nel 2008, nel momento in cui il Tribunale per i Minori di Messina si interessa al suo caso, Karima richiede e ottiene di essere collocata in una comunità di Galati, da dove se ne va nel novembre 2008. Un paio di mesi dopo fugge da una comunità nel messinese, quindi ripete il gesto nel maggio del 2009. Da allora di Karima si perdono le tracce: viene ritrovata nel marzo di quest'anno, a Taormina. Le forze dell'ordine la riconsegnano al padre a Letojanni, e viene affidata al Comune locale per essere ospitata in un'ennesima comunità. Il 27 maggio 2010 - Poi, il 27 maggio, attorno alle 19 viene portata in Questura a Milano in seguito ad una lite in un istituto di bellezza di Corso Buenos Aires. La discussione riguardava Karima e altre due donne, una delle quali dice di averla ospitata nella sua casa da dove la ragazzina avrebbe rubato beni per 3mila euro. Qualche ora dopo Ruby/Karima lascia gli uffici di via Fatebenefratelli insieme alla consigliera regionale Nicole Minetti, che si è offerta di prenderla in affido, e a un'amica di nazionalità brasiliana. Il pm minorile di turno in quella giornata, Annamaria Fiorillo, aveva disposto la sua collocazione in una comunità protetta. Il 5 giugno Ruby litiga violentemente con l'amica brasiliana presso l'abitazione della quale risiede: viene di nuovo fermata e messa in una comunità di Nervi, in Liguria, su disposizione di un altro pm di turno nella settimana. Sono proprio gli atti di questo pm a finire sul tavolo della Procura dei Minori il 14 giugno per l'apertura di un procedimento amministrativo in base all'articolo 25 del Regio decreto legge 1404 del 1934, con lo scopo di chiedere l'affidamento a una comunità e l'inserimento in un programma educativo: l'istanza viene inoltrata al Tribunale per i minorenni il 16 giugno. Nel giro di pochi giorni il pm entra in possesso di tutta la documentazione su Karima proveniente dai vari Tribunali. Il 23 giugno la giovane viene accompagnata in Questura dall'avvocato Luca Giuliante per un colloquio informativo nell'ambito del procedimento amministrativo già avviato. Una settimana dopo, i giudici minorili decidono l'affido della giovane ai Comuni di Milano e Letojanni, per poi spogliarsi dopo qualche tempo della pratica e mandare gli atti per competenza al Tribunale di Messina. Interrogato il Questore - La procura di Milano cerca di far luce su quanto accadde nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, quando la marocchina Karhima Rashida el Marhug, ormai ribattezzata Ruby, fu fermata per un presunto furto e poi affidata al consigliere regionale Nicole Minetti. E per la ricostruzione dei fatti risulta fondamentale la testimonianza dell'ex questore milanese Vincenzo Indolfi. A sentirlo è il procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Feste a Villa Certosa - Intanto, dopo Ruby Rubacuori, a parlare di feste con il premier è anche la presunta trafficante di droga Perla Genovesi. La Procura di Palermo avrebbe avviato accertamenti sulle dichiarazioni della 32enne di Parma a proposito dei party a Villa Certosa frequentati da una sua amica. La 28enne ex cubista, "ragazza immagine" ed escort avrebbe confidato a Perla di aver partecipato alle feste in cui era presente Berlusconi e in cui si faceva uso di stupefacenti e si consumava sesso a pagamento. Sono in corso le indagini per identificare la giovane donna. Perla Genovesi, ex assistente parlamentare del senatore del Pdl Enrico Pianetta e per questo bene introdotta negli ambienti della politica, ha detto aver presentato l'amica a Renato Brunetta nel 2006: la giovane donna aveva un problema personale, collegato all'affidamento del figlio, e dopo avere conosciuto l'attuale ministro della Funzione pubblica avrebbe approfondito i propri contatti con altri politici. Dopo aver in parte ammesso il suo coinvolgimento, la Genovesi ha ottenuto i domiciliari. I sostituti procuratori Marcello Viola e Calogero Ferrara, del pool anti-stupefacenti, coordinato dal procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, stanno indagando sul traffico di droga fra la Spagna, la Sicilia e il Nord Italia. Un vertice tra il procuratore Francesco Messineo, la Principato e i pm Viola e Ferrara è in corso negli uffici della Procura di Palermo: la riunione sarebbe incentrata sulla pubblicazione, da parte dei quotidiani, delle notizie riguardanti l'indagine. Intanto emerge la decisione della Procura siciliana di trasferire gli atti dell'inchiesta ai colleghi di Milano. Oggi Ruby festeggia il suo 18esimo compleanno a Portofino. "Non significa molto avere compiuto 18 anni - dichiara la giovane - perché io mi sono sempre sentita donna. Donna e basta, né bambina, né ragazza. Donna. E ho sempre badato a me stessa". Parla con orgoglio, Karhima, e spiega: "Di quello che dice la gente non importa nulla, possono chiamarmi come vogliono, darmi dei titoli. In Marocco si dice: 'chi pensa a ciò che dice la gente non si riempie il piatto'. E io la penso esattamente così". Su un'eventuale prossima convocazione in procura, Ruby aggiunge: "Io ho già parlato con loro se vorranno risentirmi lo faranno. Andrò da loro e ripeterò quello che ho già detto. Non ho altro da aggiungere. E non ho paura della giustizia italiana, né della giustizia in genere. Perché l'unico che può giudicare è Dio". Fini chiede chiarezza - Intanto sul caso Ruby interviene anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che pone sul tavolo l'ipotesi delle dimissioni del premier: "Amici miei, non credo che ci siano molti dubbi nel dire che la vicenda della minorenne marocchina rilasciata dalla questura a seguito di una telefonata dalla presidenza del Consiglio è una vicenda che dimostra disinvoltura, malcostume, e un uso privato del potere pubblico. Mi auguro che non sia vero. Se Silvio Berlusconi veramente ha avuto l'ardire di compiere una telefonata in questura per proteggere la minorenne magrebina allora questo è abuso di potere e il premier dovrà trarne la conseguenze". Intervenendo ad una manifestazione dei circoli di Fli, Fini sostiene che il caso stia creando grave imbarazzo per il Paese e non passerà certo senza ripercussioni. Non solo l'opposizione quindi insiste sulla necessità di un passo indietro da parte del premier. Ma anche l'ex di An chiede "chiarezza" e non esclude che democratici e futuristi presenteranno una mozione di sfiducia in Parlamento se Berlusconi non farà chiarezza Immediata la replica di Berlusconi: "Fini si prenda la responsabilità di far cadere il governo". Il Cavaliere non è intenzionato a gettare la spugna. Semmai, ha spiegato ai suoi, è Fini che deve dimettersi. Il pm dei minori di Milano Annamaria Fiorillo, che era di turno il 27 maggio scorso quando Ruby venne fermata e portata in Questura, diede disposizione affinché la ragazza venisse collocata in una comunità, in attesa dell'intervento del Tribunale. Quella sera il pm dispose di compiere accertamenti sulla ragazza, sprovvista di qualsiasi documento di identità. Vennero prese le impronte di Ruby e si riuscì a risalire ai suoi dati anagrafici e a scoprire che il responsabile di una comunità in provincia di Messina aveva denunciato la sua scomparsa. Vista la situazione il pm decise che la ragazza dovesse essere collocata in comunità. Ma, poco dopo, il magistrato fu avvisato che era arrivata una telefonata, con cui si avvertiva che la ragazza era la nipote di Mubarak e che sarebbe arrivato a prenderla un "consigliere ministeriale presso la presidenza del Consiglio dei Ministri". L'inchiesta - La telefonata è agli atti dell'inchiesta. Sono due gli spunti investigativi da cui si dipana l'indagine della procura di Milano per favoreggiamento della prostituzione. A quanto si è appreso nell'inchiesta sono confluite le segnalazioni del Tribunale dei minorenni al procuratore aggiunto Piero Forno sui trascorsi della giovane e le indagini del pm Antonio Sangermano nate dopo il fermo di Ruby per il presunto furto di tremila euro e di alcuni orologi. Per la vicenda sono state sentite alcune amiche che raccontarono agli investigatori le confidenze ricevute dalla giovane marocchina sul giro dei personaggi importanti da lei frequentato. A ciò si è aggiunta la relazione della polizia sulle indicazioni ricevute la notte del fermo di Ruby e che hanno portato ad affidare la ragazza alla consigliera regionale Nicole Minetti. Secondo fonti del Viminale, in una relazione redatta dal Questore di Milano e destinata al ministro dell'Interno Roberto Maroni, sarebbe scritto che il 27 maggio "sono state eseguite tutte le ordinarie procedure previste dal protocollo per i casi di rintraccio di persona minorenne". La consegna della marocchina a Nicole Minetti fu decisa "solo dopo che la Questura ebbe accertata la mancanza di posti presso le comunità della zona, dopo l'autorizzazione del magistrato competente e con il consenso della giovane marocchina". Berlusconi - Ai suoi il presidente Berlusconi avrebbe detto di essere "disgustato" da una simile montatura e da tutta la spazzatura mediatica degli ultimi giorni. Il premier si sente accerchiato e aggredito, ma è pronto ad andare avanti, sicuro di non cedere. Nella conferenza stampa sul caso rifiuti c'era stato solo qualche rapido accenno al caso. Poi, nel corso di un briefing a Bruxelles, Silvio Berlusconi ha fatto chiarezza sull'accaduto. Per il premier la vicenda è "una balla inventata dai giornali". Il presidente del Consiglio ha confermato il suo intervento per cercare qualcuno a cui affidare Ruby: "Io l'ho aiutata, ma c'è aiuto e aiuto. Se mi si domanda di indicare una persona necessaria per l'affidamento, io parlo con la persona e dico che sta arrivando in Questura. Non ho assolutamente influenzato nessuno, sapendo bene quali poteri ha il primo ministro in Italia e in Italia non ne ha nessuno, non avrei pensato di esercitare un potere che non ho". Berlusconi ha raccontato di aver chiamato la consigliere regionale lombarda Nicole Minetti per chiederle di recarsi in Questura: "E' stata mandata da me per dare aiuto ad una persona che poteva non essere consegnata alle carceri o a una comunità che non è una bella cosa, ma data in affidamento. Avendo un quadro di vita tragico, l'ho aiutata". Berlusconi, riferendosi a indiscrezioni pubblicate negli ultimi giorni da alcuni quotidiani, smentisce di aver "regalato auto o altro". Lo stile di vita - Quindi il premier ha parlato del suo stile di vita, criticato dall'opposizione per questa ultima vicenda: "Io faccio una vita terribile con sforzi disumani. Lavoro fino alle due e mezzo di notte, mi arrivano i giornali, li leggo e non resto di buonumore, faccio bigliettini per dare direttive al partito e al gruppo. La mattina alle 7 e mezzo sono in piedi. Quindi se ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva come terapia mentale per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni, nessuno alla mia età mi farà cambiare stile di vita del quale vado orgoglioso. Amo le donne, questa è la mia vita, non cambierò". Nulla da chiarire: "Leggo sorridendo e ridendo tutte le belle che vengono scritte su di me, ma non devo chiarire niente. In casa mia entrano solo persone per bene e si comportano bene. Sono un ospite unico, direi irripetibile, gioioso epieno di vita: amo la vita e le donne". Famiglia Cristiana - Non poteva mancare l'opinione di Famiglia Cristiana sul caso di Ruby e delle feste private a casa di Silvio Berlusconi. Il settimanale cattolico usa parole durissime: "Silvio Berlusconi è malato e incontrollabile", scrive Giorgio Vecchiato, penna del periodico, e le polemiche si scatenano. "E' incredibile che Berlusconi non disponga del necessario autocontrollo". Citazione obbligata all'ex moglie del premier, Veronica Lario, e poi ancora un affondo: si parla di "uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perché consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro". Le rivelazioni sul caso di Ruby creano un problema "politico": "La credibilità, meglio ancora la dignità, dell'uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita nazionale e sui rapporti con l'estero; l'esempio che dall'alto viene trasmesso ai normali cittadini. I quali non si sognano né trasgressioni né festini, ma da oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul 'bunga bunga'". Ma "non assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo ministro in carica e aspirante al Quirinale. Né stavolta si può parlare di complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco. Semmai, fino a ieri, prevaleva la circospezione. Il fatto è che esistono testimonianze, alcune opinabili ma altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi". Il periodico dà anche conto delle reazioni: "C'è chi, con linguaggio sprezzante, lo esorta a dimettersi. Chi già apertamente lo insulta nelle rubriche tv, con termini da trivio. Chi vede solo l'aspetto etico e chi tenta analisi politiche a freddo, interrogandosi sulle conseguenze. Chi tende a ingigantire e chi tenta di arginare: però nel secondo caso, vedi stampa di destra, con titoloni su tutta la prima pagina. Per una vicenda che si voleva sopire, strana tecnica. E siamo solo all'inizio. Come sa chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni - conclude Famiglia cristiana - aspettiamoci il peggio".