Ruby, Maroni querela la Fiorillo per diffamazione
La pm intanto parla ai giornali: "E' la nipote di Mubarak? Io sono Nefertiti. Non ebbero il coraggio di dirmi che chiamava Berlusconi"
Si ingarbuglia la polemica sul caso Ruby. Il ministro degli Interni ha querelato la pm dei minori di Milano Annamaria Fiorillo per diffamazione: la giudice aveva accusato il titolare del Dicastero per una sua presunta errata ricostruzione in Parlamento della vicenda Ruby. Intanto la Fiorillo, dopo l'annuncio di un ricorso al Consiglio superiore della magistratura, rilascia interviste e ripropone la sua versione. Parla a "Repubblica" e "Corriere della Sera" e conferma che non ha mai autorizzato l'affidamento della giovane alla consigliera regionale del Popolo della libertà Nicole Minetti. "Ricevetti almeno sette telefonate, ma non hanno mai avuto il coraggio di dirmi che aveva chiamato Berlusconi", ha detto ai quotidiani. Secondo la Fiorillo la notizia della mancanza di posti in comunità è "una balla": "Ho parlato con il responsabile del pronto intervento e ho appurato che non era mai stata fatta richiesta - ha affermato - Ho detto che la ragazza doveva restare in Questura fino al mattino. Hanno riposto: non possiamo tenerla in camera di sicurezza. Che non è vero. Ho detto che potevano tenerla su una delle poltrone degli uffici". Ai giornali ha aggiunto che la Minetti le venne "presentata come consigliera presidenziale, una carica che non avevo mai sentito prima". Sulla presentazione di Ruby come "nipote di Mubarak", la Fiorillo ha commentato con una battuta: "non me la sono bevuta. Ho risposto: e allora io sono Nefertiti, la regina del Nilo. Dopo le loro insistenze ho aggiunto: se è proprio così, che facciano mandare una conferma scritta dall'ambasciata egiziana". Alla "Repubblica", inoltre, la pm del Tribunale dei Minori afferma di non aver mai concordato la decisione "con il mio capo né con nessun altro, ma so che dovevo farlo. Ho chiesto al Csm di chiarire le discrepanze tra la spiegazione del ministro in Aula e la mia esperienza personale". La Fiorillo, che dichiara di non avercela con nessuno "e non sto a badare alla politica, o al governo che cade o resta". Il "Corriere" propone anche un'intervista a Giorgia Iafrate, la funzionaria della Questura milanese definita, dalla Fiorillo, "tutta irrigidita, parlava come se recitasse un copione" in quanto "hanno mandato avanti lei". La Iafrate afferma: "La pm ricorda male, lei era d'accordo. Io invece ricordo benissimo e non cambio una virgola di quanto già detto. Ho seguito la prassi, come ogni notte. Nessuno mi ha mai detto di rilasciarla. L'unica sollecitazione - afferma la funzionaria - fu quella di fare presto. Ma sempre nel rispetto della prassi". Corona - Certo che ci sono le fotografie delle feste ad Arcore, e se io avessi continuato a lavorare..." Così Fabrizio Corona, parlando coi cronisti in una pausa del processo milanese d'appello sui fotoricatti, ha commentato le vicende del 'caso Ruby'. Dopo aver spiegato che le fotografie delle feste nella residenza del premier "esistono", l'agente fotografico ha aggiunto che però "non c'é nessun giornale che le avrebbe mai pubblicate, né ci sono agenzie che le avrebbero proposte, perché nessun direttore ha il coraggio di pubblicarle, perché in Italia non c'é una vera libertà di stampa.