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Israele si difende dai razzi di Gaza con gli sms

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I messaggini come evoluto sistema di allarme: da un unica fonte l'avviso a una pluralità di contatti

Andrea Tempestini
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Gli sms restano un sistema facile e immediato per comunicare. Ma riuscirà un sms a salvare vite umane dalla minaccia di un missile? Sì, secondo il Ministero della Difesa israeliano. Come riportato sia dalla grande stampa israeliana (http://www.haaretz.com/news/national/idf-presents-missile-alerts-on-your-cell-phone-1.323395), sia dai siti web di hi-tech (http://www.engadget.com/2010/11/08/israel-to-activate-sms-missile-alert-system-next-year/) per ridurre i costi umani della pressante pioggia di razzi che piove su Israele da Gaza e dalla Cisgiordania, le forze armate di Israele sono pronte a dotarsi dal prossimo giugno di un sistema evoluto di sms d'allarme. Si tratta di “sms-cb”, dove un'unica fonte trasmette simultaneamente un unico sms ad una pluralità di contatti. E' un meccanismo che serve anche ad evitare i diffusi ingorghi comunicativi che rallentano l'invio e la ricezione dei normali sms. Non appena venisse rilevato un razzo destinato a colpire Israele, partirebbero questi sms d'allarme per la popolazione civile. L'obiettivo è raggiungere milioni di contatti in una decina di secondi, viaggiando su reti 3G. Ma la novità è che il servizio consente di geolocalizzare, come si dice oggi, la comunicazione d'emergenza per migliorarne l'efficacia pratica. Quando c'è in ballo la vita umana e un innocuo sms, ricevuto senza preavviso, potrebbe scatenare il panico, è necessario calibrare non solo i tempi, ma anche il target dei destinatari. Infatti il costo dell'operazione non è indifferente. Le somme in gioco si aggirano sui sette milioni di dollari, che andrebbero nelle tasche di una strana coppia di aziende della telefonia mobile: una nota in tutto il mondo, Ericsson, e l'altra ancora agli esordi, come eVigilo (http://www.evigilo.net/page.asp?page=31). Basta leggere questi nomi per capire l'intreccio tra comunicazione e sicurezza. Dal 2001 al 2008 si calcola (http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7818022.stm) che Israele sia stata colpita da oltre 8500 razzi, quasi sempre modello Qassam, soltanto provenienti dalla Striscia di Gaza. Il bilancio umano è di quasi trenta morti e centinaia di feriti. La fabbricazione di queste armi è quasi interamente artigianale e il loro raggio d'azione è piuttosto basso, dai tre ai dieci chilometri. Eppure questi razzi così primitivi sono praticamente impossibili da intercettare e neutralizzare anche con i più sofisticati sistemi di difesa anti-missile. Un'ulteriore caratteristica, ancora in via di definizione, è la possibilità di diramare questi messaggi d'allarme anche su cartelli luminosi, radio e televisione. Tutto nello stesso tempo. A parte la gigantesca manovra tecnologica che deve richiedere questa operazione, anche dal punto di vista strettamente comunicativo è qualcosa di molto forte: in pratica è come se, al posto dell'avviso di traffico o di cattivo tempo, arrivi il messaggio “razzo in arrivo, rischio di morte”. Forse la tecnologia sarà anche pronta. Ma bisogna vedere quali saranno le reazioni umane di fronte a input di questo tenore. di Gabriele Cazzulini

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