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Yara, ricerche tra testimoni e nuovi dubbi

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Tredicesimo giorno di indagini sulla 13enne scomparsa. Una donna: "Ho visto due uomini litigare vicino al Centro sportivo"

Cristina Dei Poli
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I testimoni sono la nuova base da cui ripartono le indagini sulla scomaprsa di Yara Gambirasio, la 13 enne sparita da Brembate sopra tredici giorni fa. Dopo un maniaco che sta importunando alcune ragazze del Bergamasco, si riparla del vicino di casa dei Gambirasio accusato in prima battuta di falsa testimonianza. Pare ora che non esista un fascicolo aperto a suo nome e che i carabinieri non abbiano mai trasmesso al pm una notizia di reato relativa al giovane. Questo perché, secondo alcune indiscrezioni, sembra che il ragazzo avesse fornito ai militari una versione diversa della storia raccontata alle telecamere. Nel frattempo si continuano le ricerche, nonostante lo stato d'animo di tutti sia sempre più vicino allo sconforto. Utilizzato questa volta un georadar, un'apparecchiatura che misura la consistenza del cemento anche in profondità, per rilevare eventuali anomalie. SCOMPARSA – Dopo 13 giorni di vane ricerche, Yara è ancora considerata “scomparsa”. Lo hanno confermato il direttore del servizio centrale operativo della Polizia Gilberto Caldarozzi (che ha aggiunto: "stiamo cercando a 360°"), il questore di Bergamo Vito Ricciardi e il comandante provinciale dei Carabinieri Roberto Tortorella, che si sono incontrati oggi con il procuratore aggiunto di Bergamo Massimo Meroni per fare il punto sulla situazione degli accertamenti. I VERTICI - Il primo dei due vertici svoltisi oggi in Procura ha visto la partecipazione del questore Ricciardi, del comandante provinciale dei carabinierio Tortorella, del capo della squadra mobile Gianpaolo Bonafini e del capo dello Sco Caldarozzi. Alla fine il questore ha dichiarato che "le ricerche sono serrate e stiamo seguendo più piste tra cui quella legata alle conoscenze familiari". Alle 16,30 un secondo vertice in questura. Nella mattinata di venerdì, alle 10,30, in questura, è stata convocata una conferenza stampa, la prima degli inquirenti dall'inizio del caso. VISITE ALLA FAMIGLIA - Duplice visita, in tarda mattinata, per la famiglia Gambirasio nella loro abitazione di via Rampinelli a Brembate di Sopra. Insieme al prefetto di Bergamo Camillo Andreana, a casa della famiglia sofferente si è recato don Giacomo Panfilo, parroco di Brembate tra il 1992 e il 2002 il quale ha detto: "E' stata una visita per portar conforto, conosco bene i genitori di Yara, sono ottime persone. La ragazza? Non la conoscevo, ma mi ricordo di lei da piccola". DUE UOMINI - Incuriosisce gli inquirenti la testimonianza di una donna che ha detto di aver visto due uomini italiani discutere ad alta voce nei pressi del Centro sportivo dove è scomparsa Yara, mentre la testimone stava passeggiando con il suo cane. Si cerca di capire se questi due individui possano avere legami con il dramma della ragazza scomparsa. FIKRI – Mohammed Fikri, il marocchino arrestato con l'accusa di esser coinvolto nell'omicidio di Yara quindi scarcerato, è sulla via di casa. Passerà una notte a Montebelluna dai parenti e poi raggiungerà il Marocco. Gli stessi suoi familiari rimasti in patria sono rimasti sconvolti, tanto che pare che la madre gli abbia detto per telefono: "Finchè non ti vedo non credo".

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