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LE REAZIONI. Ultima offerta di Fli, Silvio dice no

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"Fiducia in Senato poi dimissioni", il Premier rifiuta. Sul discorso del mattino Urso dice: "Deludente". Bossi: "Margine ampio o voto". Casini: "Se ne vada" /GUARDA I VIDEO

Giulio Bucchi
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Ennesimo scenario per questa due-giorni "di passione" del Governo. Ai microfoni di SkyTg24 il capogruppo Fli al Senato Pasquale Viespoli ha esposto quella che potrebbe essere l'ultima offerta di pace al Premier: "Berlusconi si dimetta tra il voto al Senato e quello alla Camera. A Palazzo Madama noi votiamo comunque la sfiducia, ma se il Presidente si dimettesse subito dopo potremmo vedere positivamente l'ipotesi di un Berlusconi bis". Sia il ministro per le Riforme Umberto Bossi che quello per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi hanno affermato che la proposta dei finiani "è arrivata troppo tardi", escludendo dunque le dimissioni del Premier. Per discutere su questo punto si è tenuto un vertice con lo stato maggiore del Pdl. Vi hanno partecipato, tra gli altri, anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, i ministri Angelino Alfano (Giustizia), Ignazio La Russa (Difesa), e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Mentre i fedelissimi di Berlusconi erano riuniti, proprio il Premier - secondo fonti del Pdl - ha escluso ogni possibilità di dimissioni e ha assicurato di rigettare ogni diktat. Bonaiuti ha commentato: "Non c'è nulla di nuovo nella proposta dei finiani". I DISCORSI DEL CAV AL SENATO - Futuro e Libertà non aveva accolto il discorso del premier con entusiasmo. "Nell'intervento di Berlusconi non si è determinato quel salto di qualità necessario a tenere insieme parole e fatti", aveva accusato proprio Viespoli. "Deludente", invece, era stato il parere del coordinatore di Fli Adolfo Urso all'appello del Cavaliere: "E' stato un intervento sostanzialmente difensivo, poco attento alle esigenze di sviluppo e crescita che interessano agli italiani". Sulla decisione di voto dei finiani: "Decideremo nella riunione dei gruppi parlamentari convocata per stasera, dopo la replica di Berlusconi". "E' impossibile che i moderati si riuniscano, perché è stato Berlusconi stesso a dividerli. Ed infatti accanto a lui, oggi, c'erano solo Bossi e un preoccupato Gianni Letta". Tra Fli e Udc, dunque, "l'asse resta saldo" Per Flavia Perina (deputata di Fli), "il ciclo del berlusconismo è comunque finito. Berlusconi non ha più la maggioranza politica anche se vince di qualche voto. Il che non accadrà, il nostro gruppo resterà unito". Questa sera importante riunione degli onorevoli futuristi. Si registrano però le defezioni: probabili quelle della colomba Moffa (promotore della lettera di tregua tra Pdl e Fli) e, ultima, Maria Grazia Siliquini. L'UDC - Pierferdinando Casini (Udc) non fa sconti: "Discorso giusto e condivisibile, ma doveva aggiungere: 'Vista la mancanza di un'ampia maggioranza e per riunire i moderati, mi dimetto'. Crisi al buio? "Non lo è, se si dimette ha la possibilità di rivolgere un appello di responsabilità a tutte le forze moderate. Invece così, se vincerà, sarà un governo al buio". Perché in Italia i moderati non stanno insieme? "Penso che qualche esame di coscienza servirebbe anche da parte del premier". GLI ALLEATI - Il leader della Lega Umberto Bossi è stato il primo a commentare l'intervento di Silvio Berlusconi in Senato: "Uno dei migliori discorsi del premier. Non so se abbia convinto gli indecisi, ma penso avrà la fiducia". Poi ha ribadito: "Con pochi voti, però, non si governa. In quel caso serviranno elezioni anticipate". E sulla possibilità di un governo di transizione con a capo Giulio Tremonti, Bossi scherza: "Berlusconi è pazzo ad assumersi queste responsabilità in momenti simili, Tremonti no". "Silvio Berlusconi -  sottolinea il ministro dell'Istruzione Mariaestella Gelmini - dimostra ancora una volta di essere uno statista che affronta la crisi politica con buon senso e moderazione. Le sue aperture verso chi in questo momento si trova su posizioni diverse, sono sicura, non rimarranno inascoltate e prevarrà in tutti il senso di responsabilità". "Il presidente del Consiglio ha fatto un discorso che la maggioranza e l'opposizione dovrebbero apprezzare: un richiamo alla ragionevolezza e al senso di responsabilità", è il parere del presidente della commissione Esteri del Senato Lamberto Dini (Pdl). E Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ribadisce: "Aprire una crisi al buio sarebbe da irresponsabili. Andiamo avanti, senza interrompere l'azione dell'esecutivo No alle dimissioni del premier". L'OPPOSIZIONE - Tra tutti gli interventi dell'opposizione, il più violento è stato quello di Pancho Pardi (Idv): "Il suo è stato un governo fallocratico". Nicola La Torre (Pd): "Non vedo la fila di chi vorrebbe un Berlusconi bis, semmai c'è chi torna al botteghino per il rimborso del biglietto". Poi, su un passaggio di critica alla gestione dei rifiuti a Napoli, Berlusconi scuote il capo con disappunto. Anna Finocchiaro (capogruppo Pd al Senato): "Berlusconi non ha convinto nessuno della sua ex maggioranza, e nemmeno gli italiani a cui stava parlando. Ormai serve un governo di responsabilità nazionale per riforma elettorale e prendere le misure economiche necessarie". "Tutti dobbiamo concentrarci sull' obiettivo di mandare via da Palazzo Chigi un uomo che non ha più un progetto politico - attacca Enrico Letta, vicesegretario del Pd, in un'intervista a L'Unità - Una crisi nata nel perimetro del centrodestra non si risolve con un altro governo di centrodestra, ma con un super-Ciampi che, come Ciampi nel '93 tirò fuori l'Italia dal pantano, faccia lo stesso oggi potendo contare su una maggioranza di responsabilità nazionale". "I riformisti e i moderati non si possono ritrovare nell'appello di Berlusconi, perché questo bipolarismo ha sfasciato, ha dato spazio agli estremi", è il duro giudizio di Francesco Rutelli (Api), tra i maggiori sostenitori del terzopolismo. "E' evidente che questo governo non ce la fa". I RADICALI - Erano stati in dubbio fino all'ultimo, poi Marco Pannella aveva confermato il proprio no alla fiducia nei confronti dell'esecutivo. "Noi non siamo per il piccolo cabotaggio: domani voteremo la sfiducia al governo - ha detto al termine di un incontro con Ignazio La Russa - Se il Ministro ha provato a convincermi? No non lo ha fatto perchè ci conosce. Per risorgere - ha concluso Pannella, riferendosi al presidente del Consiglio Berlusconi - bisogna prima cadere...". Da parte del leader radicale, dunque, non si chiudono tutte le porte a un Berlusconi bis. Ma solo dopo la sfiducia. TAPIRO D'ORO GIGANTE - In mattinata, intanto, l'inviato di "Striscia la notizia" Valerio Staffelli si è recato a Palazzo Chigi portando con sé un gigantesco Tapiro d'Oro. "Lo diamo a chi perde", ha detto Staffelli. Risultato? Traffico impazzito e centinaia di curiosi armati di macchina fotografica per immortalare il "monumentale" premio del tg satirico.

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