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Affittopoli Milano, ecco tutti i nomi. Anche il Policlinico fa chiarezza

Libero pubblica gli intestatari delle locazioni a prezzo stracciato: negozi, uffici e sedi di partito / LE LISTE

Giulio Bucchi
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Prima il Comune, ora il Policlinico (LEGGI LA LISTA COMPLETA DELLA FONDAZIONE CA' GRANDE). La battaglia di Libero per portare alla luce l'Affittopoli milanese sta portando i suoi frutti. A 'cedere' sulla trasparenza ha iniziato Palazzo Marino, dopo 18 giorni di campagna stampa. Sul sito web del Comune sono stati pubblicati indirizzi e intestatari degli affitti a prezzo stracciato in immobili di pregio (LEGGI LA LISTA COMPLETA). Ora segue l'esempio anche il Policlinico, con una lista-monstre online sul portale della Fondazione Ca' Granda. Sul sito del Comune resiste ancora la lista anonima divulgata martedì mattina, con tutti gi affitti ma senza l'identikit dei titolari. Mentre la giunta si barrica dietro la scusa della privacy, però, l'elenco completo ha cominciato a circolare uscendo dalle segrete stanze di Palazzo Marino. Al posto dell'amministrazione comunale, tocca così a noi completare una volta per tutte l'«operazione trasparenza»: a partire da oggi, infatti, pubblicheremo a puntate tutto il database sul nostro giornale. Compresi gli inquilini dei contratti da pochi spiccioli in Galleria, quelli in piazza Duomo e i residenti alle soglie del lussuoso Quadrilatero. I nomi dei privati e delle associazioni sono un grande classico: nel pozzo senza fondo dei “fortunati” del centro ci sono -  solo per fare qualche esempio - gli ambientalisti di Italia Nostra (16 euro al giorno in via Silvio Pellico) e l'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, i reduci di guerra e il Club Alpino italiano. Un esercito di privilegi concessi negli anni da Palazzo Marino. Nella marea di numeri, colpisce l'occhio il canone d'affitto dell'Opera nomadi, l'associazione pronta a stracciarsi le vesti davanti a ogni sgombero del Comune. In via De Pretis 13 - zona Famagosta -, gli amici dei rom pagano soltanto 1.508 euro l'anno per 65 metri quadri. In pratica, quattro caffé al giorno. Niente di irregolare, per carità: si tratta solo di una svendita del patrimonio immobiliare pubblico. Il parcheggio di via San Marco, nel cuore elegante di Brera, paga meno di 2mila euro al mese per un business da 1422 metri quadrati. Dove la fame di parcheggi è alle stelle, il comune chiede solo 16 euro l'anno al metro quadro. Briciole. Involontariamente comico il caso della Beic, la Fondazione che dovrebbe coordinare i lavori della Biblioteca europea: l'opera non si farà per carenza di fondi, ma gli uffici di via Dogana 4 (185 mq) continuano ad essere regalati a 1.800 euro al mese. Spese e riscaldamento compresi, s'intende.  Al Parco Sempione, l'associazione “La giostra nel parco” paga 19 mila euro l'anno per 308 metri quadrati; al centro sviluppo Italia-Russia, nella centralissima via Pellico 8, la giunta chiede appena 802 euro al mese per addirittura 491 mq.   “Saldi” anche per il circolo Arci Corvetto (16 mila euro l'anno per 3.500 mq) e per gli uffici postali di via Bergognone (14mila euro annui per 71 mq). Nel calderone del Demanio spunta anche il cinema Anteo di via Milazzo, multisala radicalchic di Brera: all'anno scuce 161mila euro per 1400 mq (ovvero 115 euro l'anno al mq). «Il canone è stato rivalutato negli ultimi anni» spiegano dall'amministrazione del cinema. «Abbiamo fatto un grande investimento per ristrutturare di tasca nostra le cantine del Comune, che ora si trova locali perfetti senza aver speso nulla. Nessun privilegio». Gli anarchici del Ponte della Ghisolfa? In viale Monza pagano 388 euro al mese per 197 metri quadrati (anche se c'è un contenzioso in corso con l'amministrazione). Al ballerino Milton Morales, infine, il Comune chiede 477 euro al mese per 80 metri quadri in via Pellico 8. Un canone da rumba. di Massimo Costa I ROM DEL TRIBONIANO - Un laboratorio con vista sul campo nomadi di via Triboniano costa ventidue volte di più di un appartamento in piazza Duomo 21. Miracoli di Affittopoli: Franca Cotroneo, dalle finestre dell'alloggio comunale di 91 metri quadri concessole dal Comune a 43 euro al mese di affitto, potrebbe sfiorare la Madonnina con un dito. Salvatore Ferrazzo, invece, espone i suoi articoli da giardino accanto alle roulotte dei rom per mille euro mensili. «Mi hanno svaligiato gli attrezzi due volte» dice Ferrazzo, «ho fatto le denunce alle forze dell'ordine. Sono qui da 16 anni, ma l'affitto continua a salire per l' adeguamento Istat». Nessuna irregolarità: entrambi i contratti sono stati stipulati dal Comune secondo la legge. La sproporzione evidente, però, è solo l'ultima conferma dello sperpero. Dove le giunte potevano incassare, si sono accontentati di pochi spiccioli (l'alloggio di piazza Duomo è sotto sfratto, ma la procedura è ancora in divenire). In questo caso, il centro frutta venti volte meno del laboratorio di via Triboniano 231. L'area di Salvatore Ferrazzo sarà anche grande 2mila metri quadri, ma da qui piazza Duomo non si vede manco col binocolo. I COMUNISTI IN CENTRO -  Falce e martello in pieno centro, a canone superscontato. Tra i fortunati del Demanio ci sono anche due partiti dell'estrema sinistra: i Comunisti italiani, infatti, continuano a troneggiare dalla loro sede di via De Amicis 17, l'antico convento di Santa Maria della Vittoria. Una porzione del chiostro bianco, passato da tempo nelle mani di Palazzo Marino, ospita anche gli inquilini della giunta. Alla Federazione milanese dei Comunisti italiani è intestato un contratto da 670 euro al mese per 63 metri quadri. Con le spese e il riscaldamento, fanno 8.046 euro l'anno: una bazzecola rispetto a qualsiasi valore di mercato della zona. A Rifondazione Comunista va ancora meglio: per i locali da 56 metri quadri in via Bellezza - zona Bocconi, mica una periferia proletaria qualunque -, i compagni versano soltanto 313 euro al mese. Per la cronaca: se chiedete a qualsiasi agenzia immobiliare, per quella cifra non riuscirete a strappare nemmeno uno scantinato. Storica la presenza dell'Udc in via Silvio Pellico 1 (25mila euro l'anno per 145 mq), mentre la Lega Nord ne paga 20mila l'anno per il casello di piazza XXIV Maggio.

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