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Affittopoli, Trivulzio fa lo gnorri. Ancora occulto elenco canoni

Libero contro gli sprechi: online le case a prezzo stracciato e i lavori "appaltati" dall'amministrazione/ LEGGI

Andrea Tempestini
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Prima il Comune, poi il Policlinico. La battaglia di Libero per portare alla luce l'Affittopoli milanese sta portando i suoi frutti. A "cedere" sulla trasparenza ha iniziato Palazzo Marino, dopo 18 giorni di campagna stampa. Sul sito web del Comune sono stati pubblicati indirizzi e intestatari degli affitti a prezzo stracciato in immobili di pregio (LEGGI LA LISTA COMPLETA). Quindi ha seguito l'esempio anche il Policlinico, con una lista-monstre online sul portale della Fondazione Ca' Granda.  Sul sito del Comune, intanto, resiste ancora la lista anonima divulgata la scorsa settimana, con tutti gi affitti ma senza l'identikit dei titolari. Il "virus della trasparenza", ha colpito anche il Redaelli, la storica azienda meneghina di servizi alla persona: venerdì renderà disponibili online i 300 canoni pubblici. L'istituto Trivulzio aveva pubblicato una lista gravemente incompleta: mancano numero civicio, metratura, canone e soprattutto l'intestatario. Quarantotto ore non sono bastate al Pio Albergo per correggere e aggiornare la pubblicazione che, così com'è, è inutile. La campagna di Libero contro gli sprechi di Palazzo Marino ha archiviato un altro successo: il Comune ha reso pubblico l'elenco di tutte le consulenze esterne disposte dalla giunta Moratti negli ultimi quattro anni. L'articolo di Franco Nicoletti Non sono bastate 48 ore. La lista degli affitti del Pio Albergo Trivulzio, a due giorni dall'avvio dell'«operazione trasparenza», resta ancora priva dei canoni d'affitto e dei relativi inquilini. Se l'ente pubblico si trincera dietro la privacy per quanto riguarda l'identikit degli affittuari, la pubblicazione degli importi con le relative metrature resta ancora avvolta nel mistero. TRASPARENZA LENTA «Pubblicheremo tutto, ci servono soltanto un paio di giorni», avevano promesso i vertici del Pat. Stiamo ancora aspettando. Di sicuro, l'ente continua a detenere 14 palazzi di pregio del centro: da via della Spiga a via Santa Marta, da via Nerino a piazza del Carmine. Le cifre dei 1.359 affitti? Top secret, anche se gli ultimi bandi pubblicati dall'ente contengono canoni assai inferiori ai valori di mercato (in via San Marco il Trivulzio chiede 400 euro al mese). Contratti da otto anni per gli appartamenti e da dodici per i negozi. Il Policlinico, pur occultando in nome della «riservatezza» i nomi degli intestatari, ha diffuso già settimana scorsa l'elenco completo di importi, metrature e tipologia dei locali. Si è scoperchiato così il pentolone zeppo di appartamenti poco valorizzati dalla Fondazione Ca' Granda. Solo per fare qualche esempio: in via Canova 2, una casa da 206 metri quadri costa 1.500 euro al mese, mentre in via Canonica 77 il Policlinico chiede 96 euro al mese per 37 mq. In Brera, infine, per un bilocale da 52 metri quadri si pagano soltanto 88 euro mensili. Prezzi infinitamente più bassi di qualsiasi alloggio reperito sul mercato privato. TENSIONE A PALAZZO Com'è noto, l'operazione trasparenza è partita dalla giunta di Palazzo Marino, che per prima si è decisa a piazzare sul proprio sito web l'elenco delle 700 proprietà del Demanio. Tra gli oscar degli sprechi, i palazzi con vista sulla Madonnina (in piazza Duomo 21 c'è chi paga soltanto 43 euro al mese). Ieri la presidente della commissione Casa Barbara Ciabò è tornata all'attacco, convocando per domani alle 13 una commissione a porte chiuse per vagliare tutti i contratti d'affitto «sospetti». «Partiamo dal Comune, ma settimana prossima convocheremo anche i vertici del Pio Albergo Trivulzio. Come amministratori abbiamo il diritto di sapere chi abita nelle case pubbliche». Da destra a sinistra, tutti i partiti invocano il traguardo dell'operazione trasparenza. «Sappiamo che c'è' stata un'indagine interna dell'assessorato alla Casa» aggiunge la Ciabò, «ora vogliamo vederci chiaro su tutto, dal patrimonio dal Comune agli enti partecipati». La gestione allegra delle proprietà pubbliche ha radici lontane, nei contratti stipulati anche venti o trent'anni fa. GLI ULTIMI REGALI Anche negli ultimi anni, però, Palazzo Marino ha siglato decine di contratti «agevolati», pur alzando i canoni della Galleria Vittorio Emanuele.  Basti pensare ai partigiani dell'Anpi, che hanno ottenuto una sede di 349 metri quadrati in via San Marco a 1.700 euro al mese. Oppure alla gioielleria di via Dogana 2, che versa 1.143 euro mensili per una vetrina alle spalle di piazza Duomo. Chi ha beneficiato dei «favori»? Professionisti, associazioni, partiti, personaggi noti e meno noti. Da quando la piaga di Affittopoli è tornata alla ribalta, tutti gli enti sono corsi ai ripari: il Policlinico ha ammesso che il patrimonio «va valorizzato meglio», mentre il Trivulzio ha annunciato un aumento medio dei canoni del 20%. In Comune, dopo i proclami sulla Galleria e le promesse di una rivalutazione generale dei canoni, domani diranno la loro in aula anche i consiglieri comunali della commissione Casa.

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