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Incendio via Appia: il Viminale contro Alemanno: "Sorpresi per sue richieste"

Il sindaco chiede fondi per garantire la sicurezza dei rom. Maroni: "Richiesta immotivata". Presto un incontro

Privitera Andrea
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Nella giornata in cui i genitori dei quattro bambini rom morti domenica sera in un incendio della propria baracca in via Appia Nuova, in una zona di Tor Fiscale, vengono iscritti nel registro degli indagati per il reato di abbandono di minori, si consuma uno strappo istituzionale tra il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il ministero dell'Interno, Roberto Maroni. ALEMANNO: "SGOMBERARE CAMPI ABUSIVI" - In mattinata, sul tema dei campi rom è intervenuto proprio Alemanno, ospite oggi della trasmissione Unomattina: "Servono misure immediate per poter sgomberare subito i campi abusivi e abbiamo bisogno di strutture di emergenza subito utilizzabili: come caserme inutilizzate o tendopoli attrezzate. Questa soluzione - ha proseguito Alemanno - può valere per alcuni mesi in attesa di poter costruire senza impedimenti burocratici i tre campi nuovi che abbiamo progettato. Una volta pronti i campi le strutture di emergenza saranno chiuse e ci saranno quindi campi nuovi sufficienti per sgomberare gli abusivi. Dobbiamo arrivare a dieci campi autorizzati con scolarizzazione dei bambini e la possibilità di intraprendere un percorso di integrazione in modo da creare sicurezza e dare genrazie sia ai nomadi che ai cittadini". Il sindaco di Roma ha dunque chiesto la collaborazione della Presidenza della Repubblica "per accorciare i tempi necessari a realizzare i campi nomadi legali a Roma ed evitare, quindi, nuove tragedie". SINDACO E PREFETTO SCRIVONO A MARONI - Successivamente Alemanno, insieme al prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro, ha scritto al ministro degli Interni, Roberto Maroni, avanzando alcune richieste per garantire la sicurezza dei rom presenti in città. Tra i principali provvedimenti annunciati c'è la costruzione di una tendopoli - cosa che dovrebbe avvenire già nei prossimi giorni - fondamentale per assicurare assistenza e protezione ai rom. Alemanno e Pecoraro, inoltre, nella lettera chiedono "tende, risorse e nuovi poteri speciali: cioè la possibilità di derogare ai vincoli archeologici e urbanistici, e di eliminare o abbreviare i termini della conferenza dei servizi". I fondi che dovrebbero giungere dal Viminale per la gestione di questa situazione ammontano, secondo le stime riferite nella missiva, a circa 30 milioni di euro. VIMINALE "SORPRESO" - La risposta del ministero dell'Interno non si fa attendere. Il Viminale ricorda di aver già stanziato complessivamente 60 milioni di euro per l'emergenza in cinque regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte), di cui 20 sono finiti alla Regione della Capitale. A questi vanno aggiunti altri 12 milioni concessi da Comune e Regione, per un totale di 32 milioni di euro. Il Viminale si dice "sorpreso", oltre che dall'aver appreso della lettera dalla stampa, dal fatto che il piano nomadi di Roma è stato approvato e finanziato da tempo, senza che in seguito venissero evidenziate particolari mancanze. La richiesta economica di Alemanno e Pecoraro al Ministero appare quindi "immotivata". Inoltre le domande di deroghe, secondo gli Interni, andrebbero girate a Palazzo Chigi. Il ministero, infine, si dice disponibile a contribuire con interventi di Protezione civile, come la fornitura di tende ed attrezzature ritenute necessarie. Appresa la risposta di Maroni, Alemanno ha chiesto un "incontro urgente" al ministro "perchè non si può pensare di far finta di niente di fronte a un problema che è sotto gli occhi di tutti. Non concedere nuove risorse al Lazio per l'attuazione del Piano nomadi - spiega il primo cittadino della Capitale - significa non voler risolvere la questione e continuare ad alimentare l'emergenza. Ci vuole chiarezza sulle assunzioni di responsabilità". BORGHEZIO CONTRO NAPOLITANO - Sui genitori dei Rom si è espresso nel pomeriggio anche Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord, che ha riservato una dura critica al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo Borghezio, il Capo dello stato ieri ha commesso "un grave errore andando dalle famiglie dei bimbi rom rimasti uccisi, mettendo in scena un lugubre cerimoniale e promuovendo così un ipocrita buonismo di Stato. Condivido in pieno - ha detto - il sentimento di cordoglio per i bambini morti, ma è chiaro che questo buonismo di Stato lascia il tempo che trova e mantiene irrisolti i problemi. Non ho alcun problema e nessun timore a dire che è proprio questo buonismo di Stato che deve accollarsi la responsabilità di questa tragedia. Purtroppo Napolitano, mettendo il sigillo dello Stato, ha affrontato in modo irresponsabile questa situazione". I GENITORI NEL REGISTRO DEGL INDAGATI - Ma la tragedia di domenica sera non ha comportato soltanto uno scontro istituzionale. Il procuratore aggiunto della capitale, Pierfilippo Laviani, e il sostituto Maria Cristina Palaia, hanno deciso di iscrivere nel registro degli indagati i genitori dei quattro bambini rom morti nel rogo. L'ipotesi di reato è quella di abbandono di minore. I genitori dei piccoli che avevano tra uno e otto anni, hanno dichiarato alla Polizia di essersi allontanati per andare a comprare da mangiare. La Procura sta vagliando anche la posizione della sorella di 18 anni dei quattro bambini.

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