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Algeri va in piazza: 50 arresti tra i manifestanti

Dopo Tunisia ed Egitto, tocca all'Algeria: "Giorno della rivoluzione" contro il regime di Bouteflika, tensione nella capitale

Giulio Bucchi
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La rivolta di Tunisia ed Egitto 'torna' in Algeria. All'indomani delle dimissioni del presidente egiziano Mubarak, piazza 1 Maggio ad Algeri si è riempita di migliaia di oppositori al capo dello stato Bouteflika, in un evento organizzato via Internet e non autorizzato dal governo. Momenti di tensione, dovuti anche alla presenza di qualche sostenitore del presidente, e scontri con le forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa. Sarebbero già una cinquantina i manifestanti arrestati, tra cui quattro leader dell'opposizione: Guida Arezki, Mohcene Bellabes, Tahar Besbes e Mazuz Athman. Circa 200 manifestanti si sono riuniti nei pressi della sede del Ministero della Gioventù e dello Sport, ma sono stati circondati dalla polizia. Nonostante la massiccia presenza di forze dell'ordine, l'opposizione è combattiva. "Il popolo è sceso in piazza oggi ad Algeri" e "vuole una rivoluzione", ha affermato lo storico presidente della Lega algerina per i diritti umani Ali Yahia Abdenour. "Chiediamo la caduta di questo sistema- E' necessario un cambio non soltanto sul piano economico ma anche politico. Sarà la giornata della rivoluzione". UN MESE DI RIVOLTE - Dopo le proteste dello scorso 5 gennaio, la popolazione è dunque tornata in piazza ad Algeri contro il capo dello stato Abdelaziz  Bouteflikia. Dall'inizio delle agitazioni, il bilancio delle proteste è stato di cinque morti e circa 300 feriti. Gli algerini non chiedono solo cambiamenti economici, ma soprattutto politici. Dal 1992, cioè dall'inizio della guerra civile, l'Algeria è infatti sottoposta a uno perenne stato d'emergenza; nonostante il rafforzamento di alcuni diritti civili nel 2005, il governo di Bouteflika continua ad arrestare arbitrariamente e a torturare gli oppositori allo status quo. Le persecuzioni colpiscono anche la stampa, con la chiusura di giornali indipendenti e l'arresto di cronisti. Dopo la prima ondata di proteste, Bouteflika ha ammesso che si sarebbe dimesso presto, senza però specificare una data precisa.

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