In Libia "è un genocidio" Bombe sui manifestanti
RAID AEREI SU TRIPOLI. BAN-KI MOON: "STOP ALLE VIOLENZE" Reazione shock dei jet militari, almeno 250 morti. Ambasciatore all'Onu: "Subito una no-fly zone". Giallo su sorte Gheddafi. Italia, massima allerta in basi aeree. Crollano le Borse, sale il petrolio
Sta assumendo i contorni di un massacro senza precedenti l'ondata di rivolte in Libia. Secondo Al Jazeera, infatti, jet dell'esercito stanno compiendo dei veri "raid aerei" sui manifestanti che stanno riempiendo le piazze. Le notizie sono ancora frammentarie ma raccontano della reazione spropositata da parte dei militari: sembra che dai jet i militari stiano mitragliando e lanciando bombe contro i dimostranti. Il vice-ambasciatore libico all'Onu ha invocato un intervento internazionale contro il "genocidio" perpetrato in questi minuti dal Governo e ha chiesto che venga istituita una no fly zone su Tripoli. Due jet hanno fatto scalo a Malta e lì hanno chiesto asilo politico, rifiutandosi di aprire il fuoco sulla folla. La stessa tv araba ha parlato di almeno 250 morti solo a Tripoli e solo nella giornata di oggi (che vanno ad aggiungersi ai 300 caduti negli incidenti degli ultimi quattro giorni). Al Arabiya parla di "centinaia di vittime". Le reti televisive, inoltre, raccontano che miliziani vicini a Gheddafi stanno aprendo il fuoco sui dimostranti. Da parte dell'Unione europea e del segretario generale dell'Onu Ban-Ki Moon giunge a Muammar Gheddafi la richiesta di far cessare "immediatamente" le violenze. E' proprio la sorte del rais, inoltre, uno dei gialli delle ultime ore: alcune fonti lo vorrebbero già in Venezuela (ma il Governo di Chavez avrebbe smentito), secondo altre invece "è a Tripoli e lotta contro i teppisti". DISORDINI A TRIPOLI - Nella Capitale sta bruciando la sede del governo, così come la sede della Tv di Stato e un commissariato nella zona est, nel sobborgo di Souk al-Jamma, mentre i manifestanti libici hanno attaccato a due riprese un cantiere edile sudcoreano ferendo quattro stranieri. Testimoni oculari riferiscono di migliaia di persone in Piazza Verde, nel centro di Tripoli. Secondo alcune organizzazioni non governative, molte città (tra cui Bengasi e Sirte, che ha dato i natali a Gheddafi) sono in mano ai rivoltosi. Contrario ai metodi con cui i militari stanno affrontando la protesta, il Ministro della Giustizia Mustafa Mohamed Abud Al Jeleil ha annunciato le sue dimissioni. L'ITALIA SI MOBILITA - "In tutte le basi aeree italiane il livello di allarme sarebbe massimo in relazione alla crisi libica": è quanto si apprende da fonti del Ministero della Difesa. Secondo le stesse fonti, una consistente quota di elicotteri dell'Aeronautica militare e della Marina militare in queste ore avrebbe ricevuto l'ordine di spostarsi verso il sud. Questa misura, però, viene definita "un provvedimento dovuto" da parte del Ministero. Nel tardo pomeriggio sono stati allertati al "massimo livello di prontezza" gli Stormi dell'Aeronautica militare di Trapani e Gioia del Colle (Bari), da dove partono i caccia che devono intercettare velivoli entrati senza autorizzazione nello spazio aereo nazionale. E' quanto L'Italia, inoltre, è "pronta con un piano nazionale di garanzie a tutela dei nostri concittadini": lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, precisando che sono già stati disposti "rientri in patria di una parte del personale non strettamente necessario di grandi aziende come Eni e Finmeccanica". I primi voli speciali per rimpatriare gli italiani ci saranno martedì. DISCORSO IN TV DEL FIGLIO - Un diplomatico libico a Pechino ha annunciato alla rete tv Al Jazira di essersi dimesso. Hussein Saduq al Musrati, questo il suo nome, ha aggiunto di augurarsi un intervento dell'esercito e che Gheddafi "potrebbe aver già lasciato il Paese". L'ambasciata della Libia a Pechino non ha smentito la notizia. A farlo ci ha pensato, direttamente da Tripoli, il figlio del colonnello, Saif al Islam, che in un discorso in diretta tv alla nazione ha annunciato che suo padre "guida la lotta" contro gli insorti nel Paese:"Muammar Gheddafi sta guidando la lotta a Tripoli e vinceremo". Saif al Islam ha parlato al Paese in tv, in nottata, per oltre 40 minuti. La situazione per il regime, però, è difficilissima. Saif ha confermato che equipaggiamenti bellici, tra cui carri armati e pezzi di artiglieria, sono stati sottratti alle forze forze di sicurezza da parte di "civili e teppisti". Tutta opera di un non meglio precisato "movimento separatista" che avrebbe ordito un "complotto" ai danni di Gheddafi. BILANCIO PESANTE - Intanto si fanno sempre più drammatici i bilanci degli scontri. Secondo gli ultimi aggiornamenti, sarebbero 61 le vittime soltanto nella giornata di oggi, mentre secondo le Ong negli ultimi quattro giorni si contano tra i 300 e i 400 morti. A Bengasi, epicentro dei disordini, i morti nella ieri sono stati almeno sesanta, mentre è di 18 lavoratori asiatici feriti il bilancio degli scontri registrati nella notte a Tripoli, dove un gruppo di rivoltosi armati ha attaccato un cantiere di una società della Corea del Sud: tre feriti sono sudcoreani, 15 del Bangladesh, due dei quali si trovano in gravi condizioni. RIPERCUSSIONI IN BORSA - Sono numerose le società italiane che hanno interessi in Libia o partecipazioni libiche al proprio interno. La rivolta nel Paese nordafricano, dunque, sta avendo ripercussioni economiche. Il titolo peggiore è stato Impregil, che ha perso il 6,17%. Pesante anche il rosso di Eni (-5,12%) e di Unicredit (-5,75%). La Juventus è arretrata del 3,34%, mentre Finmeccanica ha lasciato sul terreno il 2,69%. L'indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 3,6%: la Borsa italiana è stata la peggiore tra le europee, che pure hanno chiuso tutte col segno meno. Il Ftse 100 di Londra ha perso l'1,12%, il Cac 40 di Parigi l'1,44%, il Dax di Francoforte l'1,41%. Male anche Madrid, con l'Ibex in ribasso del 2,33%. Il petrolio ha superato quota 90 dollari al barile. ITALIA, VERTICE SU IMMIGRAZIONE - Si svolgerà martedì pomeriggio o in serata, a Palazzo Chigi, un vertice per discutere del rischio immigrazione dopo la rivolta libica. Al summit parteciperanno il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, quello della Difesa Ignazio La Russa e quello degli Esteri Franco Frattini. Il titolare della Farnesina, nella mattinata di martedì, sarà in Egitto. LE REAZIONI INTERNAZIONALI - Alla luce di questi avvenimenti, Barack Obama è pronto ad intervenire. Gli Stati Uniti stanno valutando "tutte le azioni appropriate" in risposta alla violenta repressione delle manifestazioni e analizzando le dichiarazioni fatte in nottata in tv dal figlio di Gheddafi, per vedere se ci sono prospettive di una riforma significativa. Lo rende noto un funzionario Usa. "Sarà fondamentale avviare il processo di riconciliazione", ha commentato in mattinata il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. La Farnesina, intanto, ha sconsigliato "qualsiasi tipo di viaggio" nel Paese, sottolineando la "gravità della situazione in Cirenaica, in particolare nelle città di Bengasi, Ajdabya, Al Marj, Al Beida, Derna e Tobruk". L'Eni ha fatto scattare il rimpatrio per tutto il personale non essenziale e i familiari.