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In Pakistan ucciso il ministro amico dei cristiani

Islamabad, assassinato dai Talebani Shahbaz Bhatti del dicastero per le Minoranze. Si batteva per riformare la legge sulla blasfemia

Privitera Andrea
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Il ministro per le minoranze religiose del Pakistan, il cattolico Shahbaz Bhatti, è stato ucciso in un attentato a Islamabad rivendicato poco dopo dai talebani. Un commando armato gli hanno sparato mentre viaggiava in auto vicino al mercato di un quartiere residenziale della capitale ed è deceduto durante il trasferimento in ospedale. Le tv hanno mostrato le immagini della vettura crivellata di colpi. Bhatti, 35 anni, era stato appena confermato nell'incarico dopo un rimpasto del governo, in cui è l'unico ministro cristiano, nonostante le pressioni dei gruppi fondamentalisti islamici. E' la seconda vittima in due mesi della battaglia per riformare la legge sulla blasfemia, che comporta la pena di morte. Il 4 gennaio era stato ucciso da un uomo della sua scorta il governatore del Punjab, Salmaan Taseer, battutosi anche lui per la modifica di una legge che pur non avendo portato ad esecuzioni capitali è usata come arma di pressione sulle minoranze religiose. LE MINACCE - Negli ultimi mesi Bhatti era stato minacciato di morte anche per essersi battuto per la grazia ad Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte nel giugno 2009 proprio in base a quella legge. Asia Bibi, madre di due figli, ribattezzata la "Sakineh cristiana", è in attesa del processo d'appello davanti alla Corte di Lahore. E' accusata di aver insultato Maometto durante una discussione con le colleghe, in Punjab. "Ringrazio Dio per avermi dato questa opportunità di continuare la mia lotta perle minoranze oppresse del Pakistan", aveva affermato Bhatti dopo la conferma nell'incarico, i cristiani e le altre minoranze sono cittadini del Pakistan e hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadini perchè i nostri padri hanno sacrificato la loro vita per il Paese". In Pakistan sono 750mila i cristiani su una popolazione di 162 milioni di abitanti a netta maggioranza musulmana. "So che potrei essere assassinato se continuerò la mia battaglia, ma non ho paura", aveva dichiarato il ministro ai giornalisti. LA REAZIONE ITALIANA - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso "la più ferma condanna" per l'assassinio e ha chiesto che ora l'Ue dia "concreta e immediata attuazione al piano d'azione" per la difesa dei cristiani. "Esprimo personalmente a nome del governo italiano la più ferma condanna per il barbaro attentato", si legge in una nota del titolare della Farnesina che a novembre lo aveva incontrato a Islamabad, "si tratta di un atto di violenza intollerabile contro una persona che si era distinta per la sua visione ed impegno a costruire una società basata sul dialogo e la tolleranza nei confronti di tutte le minoranze e le diverse religioni".  LA SANTA SEDE - Sull'uccisione del ministro Shabbaz Bhatti si è espressa anche la Santa sede: "E' un nuovo fatto di violenza di terribile gravità. Esso dimostra quanto siano giusti gli interventi insistenti del Papa a proposito della violenza contro i cristiani e contro la libertà religiosa in generale". Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. "Bhatti - ricorda il gesuita - era il primo cattolico a ricoprire un tale incarico. Ricordiamo che era stato ricevuto dal Santo Padre nello scorso settembre e aveva dato testimonianza del suo impegno per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del paese". "Alla preghiera per la vittima, alla condanna per l'inqualificabile atto di violenza, alla vicinanza ai cristiani pakistani così colpiti dall'odio, si unisce l'appello - conclude padre Lombardi - perchè tutti si rendano conto dell'urgenza drammatica della difesa della libertà religiosa e dei cristiani oggetto di violenza e persecuzione".

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