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'Mister Se' alias il dottor Fini, super campione di promesse mancate

Giurò: se la casa di Montecarlo è di mio cognato mi dimetto. Poi: se Fli fallisce lascio. Lo faccia / BORGONOVO

Andrea Tempestini
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Gianfranco Fini sono due. Uno dichiara, l'altro smentisce. Uno promette, l'altro non mantiene. Come nel romanzo   di Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde,  siamo di fronte a un personaggio con  personalità ambivalente. Da una parte c'è il Dottor Fini, cioè l'ex delfino di Almirante poi ex delfino di Berlusconi e attualmente aspirante delfino del primo che passi (sia Casini o Vendola). È lui  che ha sciolto il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale poi ha sciolto An nel Popolo della Libertà, quindi ha sciolto l'alleanza col PdL per fondare Futuro e Libertà e adesso Fli si scioglie come neve al sole e non c'è verso di rimediare. All'improvviso, però, si manifesta il lato oscuro di Gianfranco, cioè Mister Se. Si tratta di un'entità del tutto imprevedibile, capace di  assumere posizioni stupefacenti, le quali vengono puntualmente contraddette non appena il Dottor Fini riprende pieno possesso della sua identità. VOLTI DISTINTI Come si fa a distinguere le due facce del medesimo gagliardetto? È abbastanza semplice, dipende tutto dal linguaggio. Mister Se, infatti, si esprime esclusivamente utilizzando il condizionale.  Facciamo qualche esempio. Verso la fine di settembre, Mister Se prende il sopravvento e, alle spalle del Dottor Fini, registra un video: vuole dimostrare che esiste, lasciare una testimonianza. L'argomento è la famigerata casa di Montecarlo finita chissà come nella disponibilità dell'illustre cognato Giancarlo Tulliani. Dice Mister Se: «Se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera». Affermazione incredibile, seguono brividi e raccapriccio. Poi arrivano lettere dall'isola di Saint Lucia, si accumulano le prove sul Tulliani. Ma il presidente della Camera rimane al suo posto. Come è possibile?, si sono chiesti in molti. Beh, ora lo sappiamo: il Dottor Fini aveva assunto di nuovo il controllo, in tempo per fare il contrario di quanto Mister Se aveva detto. Poiché però nessuno sapeva  dell'esistenza di due personalità differenti,  Gianfranco ha fatto la figura di quello che parla al vento e dice bugie. Stessa cosa è accaduta tempo dopo, intorno al 13  febbraio. Mister Se ha di nuovo rotto gli indugi. Risentito per essere stato sbugiardato nelle precedenti occasioni, si è manifestato con l'atteggiamento stizzito tipico del bambino che fa i capricci. Battendo il piedino ha affermato: «Mi dimetto solo se lo fa anche Berlusconi». MACCHE' ADDIO E qui smentirsi era impossibile: il Cavaliere non aveva nessuna intenzione di dimettersi, anche perché non ce n'era motivo, vista la fiducia incassata e il rientro all'ovile del PdL di vari esponenti farefuturisti. Gianfranco, invece, di ragioni per mollare la carica a Montecitorio ne avrebbe avute a iosa, dalla vicenda Montecarlo in giù. Ma niente, è rimasto dov'era senza fare una piega mentre il suo partito perdeva i pezzi. E ancora una volta ha rimediato una magra figura.  Mister Se dev'essersi infuriato, tanto da riapparire a breve distanza, solo due giorni fa, durante la trasmissione di Lilli Gruber. L'intervista del leader di Fli a Ottoemezzo è stata una mitragliata di condizionali: se, se, se, se. «Se Berlusconi fosse uno studente di diritto, sarebbe bocciato»; «Se ci ritirassimo ora dall'Afghanistan sarebbe una diserzione». Ma si stava solo scaldando. La sparata vera è arrivata repentina, così grossa da meritarsi un titolone sul Corriere della Sera: «Se fallisce il progetto di Futuro e Libertà lascio la politica». Questa è clamorosa. Chissà che farà il Dottor Fini appena riprenderà il pieno dominio su di sé. A rigor di logica, sarebbe costretto ad andarsene seduta stante: Fli ha perso per strada metà dei rappresentanti, crolla nei sondaggi, conta poco più di niente, il terzo polo la snobba, è ridotta ad aggrapparsi ai tour televisivi. Il fallimento è più che  evidente. Siamo certi, però,  che Gianfranco anche stavolta ci regalerà acrobazie strabilianti: non mollerà la politica nemmeno a pagarlo. Tiriamo le somme di questa coabitazione di personalità nel corpo del presidente  della Camera: il Dottor Fini si contraddice, nega l'evidenza, non si schioda dalla poltrona. Mister Se, invece parla di dimissioni, di fallimento di Fli, della casa di Montecarlo... Questo Mister Se ci fa sorgere un dubbio: e se dei due quello buono fosse lui? di Francesco Borgonovo

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