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Quando Tonino Di Pietro faceva il tifo per l'atomo

I voltafaccia sull'energia nucleare: "Le centrali non sono quelle di una volta". Stralci del libro di Filippo Facci

Andrea Tempestini
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Nel marzo 2007 l'Unione europea approvò un piano energetico che introduceva delle quote vincolanti per la produzione di fonti energetiche rinnovabili: roba che pareva fatta apposta per un'idea studiata dalla Effeventi, una società milanese che aveva presentato un progetto oltretutto finanziabile con capitale privato. Si trattava di cinquantaquattro pale, alte tra i 60 e gli 80 metri, che svettassero in pieno Adriatico a circa 5 miglia marine dalla costa tra Vasto e Termoli, in Molise. [...] La commissione per la valutazione d'impatto ambientale non fece problemi, ma poi si alzò un coro di lagnanze dagli operatori turistici, dai sindaci locali - soprattutto di Vasto e di Montenero di Bisaccia - e ancora dalla Provincia e dalla Regione guidata da Michele Iorio di Forza Italia. E Di Pietro? Il pallino, da ministro delle Infrastrutture, era praticamente in mano sua. E si oppose pure lui. Così disse a Luca Sancilio, comandante della Capitaneria di Termoli: «Questa vicenda ci segnala l'urgenza di definire a livello governativo un piano nazionale per l'energia eolica». Quest'uscita democristiana è del marzo 2007. Poi passò al dipietrese: «Si tratta di un progetto nato più nel sottoscala che nelle sedi opportune, e mi appare mosso più da interessi speculativi che industriali». Insomma, non se ne fece niente. Era una cosa da sottoscala. IL SUMMIT IN CASA Al tema fu dedicato anche un ridicolo summit familista che Massimo Gramellini, sulla «Stampa», fotografò così: «Il ministro Antonio Di Pietro ha ricevuto la visita del consigliere provinciale di Campobasso, Cristiano Di Pietro, per discutere la richiesta di una ditta privata che vorrebbe insediare un impianto di energia eolica in Molise. Al termine del summit il consigliere Cristiano, figlio di Antonio, ha manifestato pubblicamente la sua soddisfazione per aver chiesto e ottenuto un incontro con il ministro Antonio, papà di Cristiano. E poi dicono che nelle famiglie italiane non c'è dialogo». [...] Le sorprese però non erano finite. Edoardo Zanchini di Legambiente, nel novembre 2008, scoprì un particolare che sembrava cambiare le carte in tavola: la Regione, nei comuni di Montenero di Bisaccia, Guglionesi e Petacciato, aveva dato il via a un nuovo e misterioso progetto di impianto eolico da svilupparsi «in un'area sottoposta allo stesso vincolo paesaggistico dell'impianto bocciato a mare», disse Zanchini. Di Pietro uno. Di Pietro due. Il progetto c'era. Si trattava di dodici pale per un'altezza di 80 metri e una potenza generata di 36 megawatt. La proposta era di K.R.Energy Spa (ex Kaitech) e la Regione avrebbe poi dato il suo beneplacito, ma la situazione a questo punto si era fatta confusa. La Confcommercio molisana espresse forti perplessità. Dalla Regione e da Montenero di Bisaccia, non una mosca. Nel caso del bi-consigliere Cristiano Di Pietro, dunque, valse il silenzio assenso. Il resto lo racconta Nicola Dell'Omo: «Abbiamo scoperto e scritto che la stessa amministrazione di Montenero aveva dato la sua approvazione con il placet della Regione: parliamo di pali di ottanta metri, non di un parco eolico di piccole dimensioni. L'impianto sorgerà davanti alla masseria di Antonio Di Pietro, sul terreno della nipote, Paola Bozzelli. Ma a parte questo, resta l'obiezione: o i pali eolici ci devono stare o non ci devono stare, in mare o sulla costa che siano. Dodici pali di 80 metri davanti alla sua masseria. IL BACIO DI GRILLO Forse era stata una svolta ecologista favorita da una più approfondita conoscenza di Beppe Grillo. Ecco perché quei manifesti con le centrali nucleari da film catastrofico. Le sue uscite di quel periodo furono conseguenti: «Solo un truffatore come Berlusconi potrebbe non riconoscere che i referendum dell'87 manifestavano la volontà del popolo italiano di non sposare il binomio futuro-nucleare... il futuro è nelle energie rinnovabili».  Il 20 aprile 2009 Tonino accettava anche un'intervista col direttore di Greenpeace Italia, associazione che avrebbe voluto impiantare le pale che lui aveva bloccato: «Il governo Berlusconi ci allontana dal vero sviluppo energetico di cui abbiamo bisogno e ci spinge su binari lontani dalle energie rinnovabili, unica vera opportunità nei prossimi decenni». La coerenza è coerenza. Di Pietro l'aveva detto anche nel luglio 2008, pieno tempo di grillini e di piazza Navona: «Noi dell'Italia dei Valori abbiamo sempre detto che il nucleare è un'energia obsoleta e pericolosa». L'abbiamo sempre detto. Solo dieci mesi prima, infatti: «Il ministero dell'Ambiente non aiuta lo sviluppo … il nucleare oggi non è come quello di ieri. Non so se ne abbiamo davvero bisogno, vorrei adoperarmi affinché non vi si ricorra, ma non facciamo demagogia. In attesa che un'energia differenziata possa attecchire, abbiamo bisogno di un'energia domani mattina, sennò quest'inverno rimaniamo al freddo».

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