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Fukushima, torna corrente nei reattori Sull'Italia in arrivo nube radiottiva

Giappone, la centrale nucleare verso il raffreddamento. Allarme per cibo contaminato e acqua marina

Giulio Bucchi
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E' tornata l'elettricità in tutti i reattori della centrale nucleare di Fukushima, ma la situazione è ancora "difficile", come ammesso dal ministro dell'Industria Banri Kaieda, anche a causa di una nuova scossa di assestamento di 6,2° della scala Richter che ha colpito nelle ultime ore l'intere prefettura. L'allarme radiazioni nell'impianto-simbolo dei disastrosi terremoto e tsunami che hanno colpito il Giappone undici giorni fa è ancora alto: la Tepco, società che gestisce la centrale, ha rilevato "materiale radioattivo nell'acqua di mare" nei pressi di Fukushima. I livelli di radiazione in acqua non costituiscono una minaccia immediata per la salute, come confermato dal governo di Tokyo, ma i valori sono comunque al di sopra del normale e preoccupano sia per l'ecosistema sia per l'effetto sui prodotti da pesca. ACQUA MARINA - Il ministero della Scienza e Tecnologia ha precisato che provvederà a esaminare l'acqua nel raggio di 10 e 30 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo la Tepco, lo iodio-131 è stato rilevato nei campioni di acqua pari a 126,7 volte il limite di concentrazione legale, mentre i livelli di cesio-134 si sono attestati a 24,8 volte e quelli di cesio-137, inoltre, a quota 16,5. Tracce di cobalto 58, infine, sono state rilevate anche in un campione di acqua prelevato nei pressi dell'impianto. Il portavoce del governo Yukio Edano ha affermato che, nonostante l'allarme per il cibo radioattivo lanciato ieri, per il momento non verrà estesa la "zona di esclusione" intorno alla centrale. TORNA LA LUCE - Nel frattempo, continuano i soccorsi alla centrale. Tutti e sei i reattori di Fukushima sono tornati ad essere collegati a una linea elettrica esterna. All'alba italiana (pomeriggio in Giappone) il collegamento è stato portato ai reattori numero 3 e numero 4, mentre le altre due paia di reattori, 1-2 e 5-6, erano stati collegati nei giorni scorsi. "Dobbiamo ancora verificare i macchinari uno a uno prima di rimetterli in servizio", ha detto un funzionario a proposito dei sistemi di raffreddamento interni alla centrale, che se in funzione limiterebbero notevolmente i rischi di surriscaldamento e di fuoriuscita di materiale radiattivo. Durante le operazioni è uscito del fumo bianco dai reattori 1 e 4, ma secondo la Tepco "non costituisce un problema" per i lavoratori impegnati in prima linea. Più grave la situzione dei reattori 2 e 3: altri sbuffi di fumo sono usciti durante la giornata: sono emissioni di altre radiazioni nell'aria.  Ieri gli operai avevano dovuto abbandonare il reattore 3 per una fuoriuscita di mox', una miscela di uranio e plutonio potenzialmente letale. NUBI SULL'EUROPA - Gli effetti della nube radioattiva che si è sprigionata dalla centrale giapponese di Fukushima sono attesi anche sulla Francia e l'Italia, presumibilmente fra il 23 2 il 24 marzo. "Al momento però non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni", spiega all'Adnkronos il responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell'Ispra, Giancarlo Torri.  In Italia ad intercettare la nube "sono i sistemi della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività, una rete che è sempre e  comunque attiva su tutte le regioni italiane" spiega Torri,  aggiungendo che "a stamattina non si rileva nessun segnale di incremento di radioattività nè sull'Italia nè sull'Europa". "Il valore della nube - continua Torri- dipende da quanto  materiale radioattivo è uscito, da quanto sta in alto e da quali   fenomeni di diluizione è influenzato". La dose attesa, prosegue   Torri, "dovrebbe essere tra mille e 10mila volte meno di quella che arrivò dopo Chernobyl. Ci aspettiamo valori da 100 a 1.000   milionesimi di baquerel per metro cubo di aria". Lo conferma anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio: "Se anche le correnti dovessero trasportare sull'Italia particelle radioattive provenienti dalla centrale di Fukushima, si tratterebbe comunque di quantità infinitesimali, estremamente diluite, che non avrebbero alcun effetto sulla salute. Si tratterebbe infatti di valori bassissimi, largamente inferiori alle dosi di radioattività naturale". UN AIUTO DALLA BOSNIA - Ugljevik, piccola città bosniaca, ha offerto ospitalità ai bambini colpiti dallo tsunami in Giappone, in segno di gratitudine per l'assistenza ricevuta dal Paese asiatico negli anni dopo la guerra in Bosnia del 1992-95. Bojan Dzuvelekovic, proprietario dell'unico albergo della città, spera di fornire un posto a 50 bambini rimasti senza casa dopo che il terremoto e lo tsunami hanno messo in ginocchio il Giappone. Dzuvelekovic ha inoltre aggiunto che la comunità locale lavorerà duramente per organizzare scuole e altre attività per i bimbi. "Sappiamo, per esperienza, quanto sia difficile andare avanti quando il tuo Paese, la società e la tua famiglia sono distrutte", ha detto Dzuvelekovic. NIENTE SCUSE - Lentamente si sta mettendo a fuoco l'entità dello tsunami: secondo nuove stime, l'onda che lo scorso 11 marzo ha investito la centrale sarebbe stata alta oltre 14 metri. L'impianto era stato progettato per far fronte al massimo ad onde di 6,5 metri. La Tepco nei giorni scorsi aveva chiesto scusa allo Stato e alla popolazione per eventuali errori e omissioni nella gestione. Scuse rispedite al mittente dal governatore della prefettura di Fukushima, Yuhei Sato, che ha rifiutato un incontro offerto dal presidente dell'azienda: "Ciò che è più importante  - ha sottolineato Sato al canale televisivo Nhk - è che Tepco metta fine alla crisi con il suo massimo sforzo. Considerando il livello di ansia, rabbia e esasperazione che pervade la gente e Fukushima, non c'è alcuna possibilità che io possa accettare le loro scuse", ha detto.

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