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Perina silurata dal 'Secolo': Fini è solo Bocchino sbraca: "Pdl autoritario"

Cambiano gli equilibri al quotidiano. La direttora fedele a Gianfranco: "Ho appreso del mio esonero da una lettera"

Andrea Tempestini
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La debolezza di Gianfranco Fini, inesorabile, aumenta con il passare dei giorni. Prima la picchiata della sua influenza politica: pochi giorni dopo la sua nascita, ha perso pezzi il suo partito, Futuro e Libertà. Poi, con la debacle e la chiusura di Ffwebmagazine, anche i suoi giornali hanno subito una dura spallata. Ora il presidente della Camera, de facto, perde anche il quotidiano di riferimento, quel Secolo d'Italia che si è stufato di fare la parte di alter ego del Fatto Quotidiano nella perpetua guerra contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Flavia Perina, l'ex direttrice fedele al presidente della Camera, fa come Filippo Rossi (ex direttore di Ffwebmagazine), ed è costretta ad andarsene. ESONERO CON EFFETTO IMMEDIATO - "Ho appreso oggi, da una lettera a firma del presidente del nuovo consiglio di amministrazione del Secolo d'Italia, Giuseppe Valentino, del mio esonero dalle funzioni di direttore politico" del quotidiano. E' quanto ha annunciato la Perina, che spiega come "la lettera mi è stata consegnata da una impiegata. Nel testo si afferma che l'esonero ha effetto immediato e che il Cda gradirebbe molto poterLe affidare la rubrica settimanale D'altro canto che sarà quanto prima attivata per consentire anche argomenti in dissenso rispetto alla linea editoriale", ha continuato la Perina. "Non è stato peraltro comunicato, né a me né al Comitato di Redazione, né al direttore responsabile Luciano Lanna, quale sia questa nuova linea editoriale e chi sarà a esprimerla. Di fatto", ha sottolineato la fedelissima di Fini, "la mia estromissione dal Secolo, senza neppure l'indicazione di un altro nome per la direzione, configura a tutti gli effetti una cacciata, portata a termine", la Perina si leva gli ultimi sassolini dalla scarpa e si lancia nell'ennesimo attacco, "con l'arroganza e con la prepotenza senza idee che caratterizza, purtroppo, il cosiddetto Popolo della libertà". GLI ASSETTI IN REDAZIONE - Che la direttora tanto cara a Fini avesse le ore contate al Secolo non era certo una novità. La redazione del giornale di via della Scrofa, da tempo, voleva tornare a dare voce alla grossa componente di ex An che non aveva voluto seguire lo strappo operato dal Presidente della Camera, fuoriuscito dalla maggioranza con la sua nuova creatura politica, Futuro e Libertà. I cosiddetti "lealisti" della redazione lamentavano il fatto che, da più di un anno, le pagine del Secolo non facessero altro che raccogliere veleno destinato a chi fosse rimasto fedele a Berlusconi e al Pdl.  Gli assetti però hanno cominciato a scricchiolare definitivamente quando  le redini del giornale sono passate a un consiglio di amministrazione composto da cinque persone. In precedenza l'editore unico era Enzo Raisi. A lui si sono aggiunti i senatori Giuseppe Valentino e Alessio Butti, oltre all'ex senatore Ugo Lisi e al deputato Mario Landolfi. "SODDISFATTA DEL MIO LAVORO" - "Ben prima della frattura di Fli questo mondo aveva manifestato la sua insofferenza per un quotidiano libero, coraggioso nell'affrontare temi scomodi - dall'integrazione ai rapporti con l'Islam, dalle veline in lista alla legalità - oltre ogni difesa d'ufficio degli assetti di potere del centrodestra", continua la Perina nella sua arringa. "Personalmente sono orgogliosa del lavoro che ho svolto al Secolo, insieme col condirettore Luciano Lanna e all'amministratore Enzo Raisi, ai colleghi, ai collaboratori, ai poligrafici e a tutta la struttura del nostro quotidiano. Con me hanno condiviso e realizzato un progetto con pochi precedenti a destra, dimostrando che il nostro mondo sa esprimere molto di più dell'invettiva e della retorica trombonesca che ha caratterizzato tanta stampa di destra. Un'ultima riga, a titolo di puro divertimento, voglio dedicarla all'offerta di una rubrica settimanale 'in dissenso'. In trent'anni di lavoro nelle redazioni non ho mai visto niente di più assurdo: basta questo per qualificare l'idea di libero giornale e di libero giornalismo di presunti editori che non hanno avuto neppure il coraggio di affrontarmi in un responsabile colloquio". BOCCHINO: "GESTO AUTORITARIO" - A dar manforte all'attacco della Perina è sceso in campo il pasdaran Italo Bocchino, secondo il quale "il Popolo della Libertà dimostra la sua essenza illiberale, e dopo aver cacciato Fini dal partito adesso caccia la bravissima Flavia Perina dalla direzione del Secolo". Così in una nota il vicepresidente di Fli, che definisce l'avvicendamento "un gesto autoritario che conferma la volontà punitiva del Pdl nei confronti di chiunque non esprima gratitudine cieca al Capo. Ci dispiace", conclude occhino, "che siano stati proprio gli ex An a essere protagonisti di una vicenda che non rende onore alla storia della destra italiana, della quale Il Secolo d'Italia ne fa parte a pieno titolo".

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