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Lampedusa, dopo la rivolta il piano per evacuazione

Il Commissario: "Sei navi per svuotare l'isola". Prima la rabbia dei pescatori: bloccano il porto. Bagnasco: "Il problema è europeo"

Giulio Bucchi
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Quasi duemila clandestini sbarcati nelle ultime 24 ore, 3.721 negli ultimi tre giorni e 7.000 immigrati su un totale di 5.000 residenti locali. Nelle prossime ore ne arriveranno altri 250. I numeri dell'emergenza-Lampedusa parlano da soli. I clandestini ora vanno ben oltre i 2.000 ospitati dal centro d'accoglienza ormai al collasso. E così monta la protesta degli isolani sempre più esasperati. A far esplodere la pentola a pressione lampedusana è stata la frase di Vincenzo D'Ancona, presidente del Consiglio Comunale, che durante l'assemblea del comitato delle donne - alla presenza del governatore siciliano, Raffaele Lombardo - ha detto rivolto a loro: "Siete bestie". Nell'aula si è sfirotata la rissa. Alcune donne piangevano per la rabbia.  Successivamente, per protesta, i pescatori hanno trainato quattro barconi utilizzati dai migranti e poi sequestrati per posizionarli all'ingresso del porto. L'obiettivo, quello di impedire il transito alle motovedette che soccorrono gli immigrati. Dal molo alcune donne incitavano all'azione, e invitano altri uomini a partecipare alla protesta. Successivamente il blocco è stato rimosso. UN NUOVO SBARCO - L'ostacolo improvvisato al porto dai pescatori non è comunque riuscito ad impedire l'approdo di un altro barcone di immigrati, arrivato al molo vecchio di Lampedusa intorno alle 17.30. Superato il "picchetto marino" delle carrette del mare dispiegate di fronte all'approdo, 47 migranti stipati in un piccolo motopesca che imbarcava acqua hanno messo piede sull'isola. Hanno riferito di provenire da Sfax, in Tunisia, e che la loro traversata è durata circa 17 ore. I nuovi arrivati, in festa, sono stati accolti dai loro connazionali. "IMMIGRATI EVACUATI MERCOLEDI'" - Dopo i primi segnali di vera e propria rivolta degli isolani, è arrivata una risposta precisa da parte delle istituzioni. Gli immigrati sbarcati a Lampedusa saranno completamente evacuati dall'isola a partire da mercoledì prossimo. L'annuncio è stato dato dal prefetto di Palermo e commissario per l'emergenza, Giuseppe Caruso, che durante la mattinata di lunedì ha firmato il noleggio di sei imbarcazioni private, che affiancheranno la nave militare San Marco, già attiva. "Avremo una capacità di accoglienza e di trasporto per circa 10mila persone - ha sottolineato Caruso - e quindi saremo in grado di fare cessare l'emergenza a Lampedusa". Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha poi confermato "quanto dichiarato dal commissario straordinario per l'emergenza a proposito del piano di svuotamento dell'isola di Lampedusa". Maroni ha poi sottolineato che "il piano, deciso dall'Unità di crisi del Viminale, verrà portato per l'approvazione al Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo".  DONNE E CONSIGLIERI INCATENATE - Sulla banchina la tensione è rimasta però altissima. In precedenza alcune donne e dei consiglieri comunali di centro-destra si erano incatenate per protestare contro l'invasione che sta squassando Lampedusa. Alla manifestazione avevano preso parte anche alcuni componenti del movimento di estrema destra Forza Nuova. Il problema rimane quello di trovare un alloggio per i migranti che affollano l'isola: le istituzioni promettono di trovare una soluzione entro lunedì sera. E' quanto sarebbe emerso da una telefonata tra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e il presidente della regione Lombardo, che si è impegnato in prima persona per individuare altri siti in Sicilia dove spostare i clandestini. Un ulteriore problema riguarda l'arrivo degli ispettori sanitari inviati dal ministero della Salute e dall Regione. I lampedusani ritengono che, nel caso in cui fossero riscontrati casi di particolari malatti, l'isola potrebbe essere messa in quarantena. FURTO IN CASA - Il caos è destinato ad estendersi all'intera regione, a tutto il Mezzogiorno e all'Italia. Nel frattempo, i clandestini si arrangiano come possono. A complicare ulterioremente la situazione ci si è messo un episodio di criminalità: nella notte tra domenica e lunedì una coppia di coniugi è stata aggredita da alcuni tunisini. I due sono stati assaliti la scorsa notte da sette tunisini. Luigi Solina, ex pescatore di 58 anni, e sua moglie stavano rientrando nella loto abitazione di Villa Ambra, a Cala Croce, quando hanno visto gli stranieri che erano già penetrati nella casa. Solina ha tentato di bloccarli, ma è stato picchiato. Dalla casa sono stati rubati oggetti preziosi e orologi. Al momento, tuttavia, non risulta che sia presentata una denuncia ai carabinieri. SOLDI AI CLANDESTINI - Mentre sull'isola gli abitanti protestano e i nordafricani reclamano diritti e improvvisano cortei e scioperi della fame, il ministro degli Interni Roberto Maroni tenta di placare le polemiche e le proteste delle autorità siciliane. Innanzitutto, imponendo alle Regioni, che in settimana avevano detto sì al piano d'emergenza, di ospitare circa 50.000 profughi. "L'unica regione esclusa sarà l'Abruzzo - spiega in un'intervista al Corriere della Sera -, ma non si andrà oltre il rapporto 1.000 profughi ogni milione di abitanti". Dove sistemarli, li decideranno governatori in accodo con Province e Comuni, in caso di disaccordo "sarà il governo a imporre le aree". C'è soprattutto in problema Tunisia. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha proposto incentivi di 1.500 dollari ai tunisini che vorranno ritornare in patria. Bossi si è detto decisamente contrario mentre Maroni si pone a metà strada: "Non si rischia il ricatto, come accaduto con la Libia. Però bisogna agire in accordo col governo di Tunisi. Se non ci sarà un intervento vero per fermare le partenze, chiederò di attuare la proposta di Bossi di procedere con i rimpatri forzosi", anche senza il nullaosta delle autorità di Tunisi. E intanto il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo non va per il sottile: "Qui si rischia un'epidemia, facciamo le tendopoli anche in Valpadana", ha detto, più o meno provocatoriamente, al telefono con il premier Silvio Berlusconi. BAGNASCO: "AIUTIAMO LAMPEDUSA" - Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, esprime a nome della Chiesa la "cordiale ammirazione per la generosità e il senso dell'accoglienza che da sempre contraddistingue la popolazione lampedusana". Bagnasco chiede "ai Responsabili un ulteriore sforzo perchè, avvalendosi di tutti gli strumenti anche comunitari, si dia sollievo all'isola e ai suoi abitanti che non devono infatti sentirsi soli" a fronteggiare l'attuale drammatica situazione, nella quale "gli immigrati superano ormai la popolazione locale determinando involontariamente una condizione di generalizzato, profondo disagio", con il risultato che "l'attività lavorativa della piccola comunità rischia di finire seriamente compromessa, tra le crescenti preoccupazioni delle famiglie". I problemi conseguenti all'ondata immigratoria del Nord Africa "riguardano l'Italia alla stessa stregua con cui riguardano l'Europa, di cui siamo parte: i confini costieri della prima infatti coincidono con i confini meridionali della seconda". Secondo Bagnasco, "l'emergenza è comunitaria, e va affrontata nell'ottica di destinare risorse per uno sforzo di sviluppo straordinario, che non potrà non raccogliere poi benefici in termini di sicurezza complessiva". "Tutta l'Europa è non da oggi - ricorda Bagnasco - in debito verso l'Africa, e deve ora operare per non rendere fallimentari gli sforzi di questi popoli in cammino verso approdi più democratici e rispettosi dei diritti dell'uomo". E dunque, conclude il capo della Cei, "bisogna avere l'intelligenza della storia, e un senso del dovere commisurato alla svolta in atto al fine di corrispondere immediatamente alle sfide in maniera concreta e attraverso misure confacenti". EMERGENZA SANITARIA - A Lampedusa "le condizioni igienico sanitarie sono drammatiche", anche se non c'è il rischio di epidemia. A dirlo è il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a margine di un incontro all'Istituto nazionale dei tumori di Milano. Dopo l'allarme lanciato dal governatore siciliano, Raffaele Lombardo, Fazio ha spiegato: "Ieri ho parlato a lungo con l'assessore Russo, lui sta mandando due ispettori della Regione e della Asl e noi stiamo mandando i nostri del Ministero e un osservatore dell'Oms, che è già a Roma, proprio per questo motivo. Con loro c'è un rappresentante dell'Istituto dei migranti che dovrà valutare tutti gli aspetti inerenti alla copertura psicologica e sanitaria".   Il ministro, quindi, ha chiarito: "Non riteniamo in realtà che ci sia un rischio di epidemia, ma un problema igienico sanitario importante, che c'è adesso a Lampedusa e che potrebbe continuare in futuro".

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