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Governo - enti locali: "Profughi in tutte le regioni"

Vertice a Palazzo Chigi, intesa sui permessi temporanei e Protezione Civile conivolta. Ue: "Ripartire immigrati in tutta Europa"

Giulio Bucchi
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Trovato l'accordo fra governo ed enti locali per la gestione dell'emergenza immigrazione. I punti cardine dell'intesa sono tre: permessi temporanei per la libera circolazione nell'area di Shengen, suddivisione degli immigrati su tutto il territorio nazionale e maggior coinvolgimento della Protezione Civile. L'accordo uscito dal vertice di oggi aggiorna, senza rinnegarle, le linee direttrici della bozza redatta nell'incontro del 30 marzo. LE REGIONI - "Tutte le Regioni saranno attive nell'accoglienza dei migranti, sarà finanziato adeguatamente il Fondo per la Protezione civile e non ci saranno tendopoli. Inoltre, saranno attivate le procedure europee affinché i migranti possano defluire anche nei Paesi Ue". E' il presidente dell'Anci e sindaco di Torino Sergio Chiamparino a svelare in anteprima l'esito della cabina di regia Governo-enti locali sull'immigrazione, appena terminata a Palazzo Chigi. Le Regioni, a quanto si apprende, avrebbero chiesto all'esecutivo maggiore chiarezza sul numero degli immigrati da ospitare nei loro territori. Il presidente della Conferenza dei governatori, Vasco Errani, avrebbe anche chiesto di coinvolgere nel piano di smistamento anche quelle Regioni che finora erano state esentate. Posizione simile quella della Toscana, che per bocca del governatore Enrico Rossi chiede alle Regioni del Nord "di allestire strutture" perché "il giro di giostra tocca a tutti". L'ASSIST DELL'EUROPA - Intanto dall'Europa arriva un assist all'Italia. Un accordo da trovare "rapidamente" per risolvere l'emergenza immigrazione, attraverso un piano di ripartizione dei rifugiati: così, in una lettera inviata ai singoli governi, il commissario Ue per gli Affari interni Cecilia Malmstrom va in pressing sui 27 paesi dell'Unione ricordando la necessità di un intervento immediato su quanto sta accadendo nel Mediterraneo. Proprio in queste ore l'Italia sta affrontando una delicata trattativa con la Tunisia per bloccare i flussi migratori, con il ministro degli Interni Roberto Maroni reduce dai viaggi di lunedì e di ieri a Tunisi. "GRAVE PREOCCUPAZIONE" - La ripartizione dei migranti provenienti da Libia e Nord Africa è quanto chiede da tempo il governo italiano: un appello ignorato dai principali Paesi europei, in primis la Francia, che temono di ricevere un flusso migratorio imponente e per ora 'riservato' alla sola Italia. Lunedì e martedì prossimi, in Lussemburgo, si terrà il Consiglio dei 27 ministri dell'Interno dei Paesi dell'Unione. A loro la Malmstrom ha scritto questa mattina precisando che "il continuo e probabilmente crescente flusso di rifugiati provenienti dalla Libia e in cerca di protezione internazionale è fonte di grande preoccupazione". Ecco perché "mostrare solidarietà verso i Paesi vicini attraverso la ridistribuzione" dei rifugiati può contribuire a sviluppare "il dialogo e la cooperazione" su altre questioni relative alle migrazioni e ai controlli delle frontiere.  INVITO ALLA COLLABORAZIONE - I Paesi dell'Ue, prosegue la Malmstrom - "dovrebbero quindi cercare di offrire spazi di accoglienza in uno spirito di condivisione delle responsabilità e in stretta collaborazione con l'Unhcr". Per quanto riguarda la Tunisia, la Commissione europea chiede di poter mettere in campo al più presto un progetto operativo "speciale" congiunto Ue-Tunisia per affrontare l'emergenza immigrazione. La realizzazione di questo progetto consentirebbe alle autorità di Tunisi di effettuare un più efficace controllo delle frontiere e di agevolare i rimpatri. Guarda caso, i due punti cardine del tanto sospirato accordo con Maroni e il governo italiano.

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