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Immigrati, la beffa della Merkel: la Germania spranga i confini

Berlino denuncia: non sono conformi al trattato di Schengen i permessi rilasciati da Roma. 'No' all'ingresso dei migranti"

Andrea Tempestini
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Venerdì 8 aprile è stata una giornata intensa sul fronte immigrazione. Oltre allo strappo con la Germania di Angela Merkel, si è tenuto un vertice tra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e il suo omologo francese. L'Italia è uscita dall'incontro con un 'accordicchio': Sarkozy tiene sprangati i confini, ma ci aiuterà con rimpatri e pattugliamenti. Segue l'articolo di Enzo Piergianni: "Beffa tedesca. La Germania ci chiude la porta in faccia". No all'ingresso sul suolo tedesco dei migranti sbarcati a Lampedusa, sì a cento di quelli arrivati a Malta. La Germania fa la voce grossa con l'Italia e invece porge la mano a Malta. Forse, perché a Berlino si è propensi a credere che l'emergenza migranti in Italia non sia così grave come viene presentata dalle autorità politiche e diplomatiche del Belpaese. Nei circoli politici berlinesi è ancora vivo il monito lanciato sull'argomento ai suoi connazionali dal presidente Giorgio Napolitano in visita a fine febbraio nella capitale riunificata: «Non bisogna cedere ad allarmismi e vittimismo». Napolitano aveva anche notato che quello dei profughi «Non è un problema solo dell'Italia, ma dell'intera Europa». Ma su questo punto, da parte tedesca si era preferito sorvolare, tanto che Napolitano volle precisare: «Ho letto sui giornali che il mio appello alla Germania sarebbe caduto nel vuoto, avrebbe trovato porte chiuse. Non capisco da cosa ciò si desuma...». Forse lo si poteva desumere dal fatto che, poco prima dell'arrivo di Napolitano a Berlino, il ministro dell'Interno si era pubblicamente lamentato dei timori italiani «che, a forza di parlarne, ingigantiscono la situazione reale». Il settimanale Die Zeit, sempre in prima fila tra i critici di sinistra, non risparmiò l'applauso al cicchetto ministeriale: «L'isteria italiana è fuori luogo». Sta di fatto che il ministro Roberto Maroni si sentì in dovere di reagire alle esternazioni berlinesi del Capo dello Stato: «Nessuno fa allarmismi, ma quando l'Agenzia europea sostiene che in Libia c'è rischio che vadano via un milione e mezzo di persone, io sono preoccupato».     Adesso,  un mese dopo, le sue preoccupazioni evidentemente hanno contagiato il governo di Angela Merkel che non vuole accettare i permessi temporanei ideati dalle autorità italiane per fronteggiare l'emergenza. Li giudica incompatibili con le regole di Schengen  e minaccia una prima rappresaglia immediata facendo controllare singolarmente negli aeroporti tedeschi tutti i passeggeri in arrivo dall'Italia. Lo ha chiesto ieri il deputato cristiano-sociale Hans-Peter Uhl a ruota della dura reazione del sottosegretario agli Interni Ole Schröder, che su Welt online ha annunciato per lunedì prossimo una protesta ufficiale del suo ministro Hans-Peter Friedrich al collega Maroni in un faccia a faccia a Bruxelles. È stato già deciso «un rafforzamento adeguato» delle misure di vigilanza e prevenzione contro gli ingressi di clandestini lungo il confine tra Germania e Austria. «L'Italia concede visti per motivi umanitari, ma in genere chi viene dalla Tunisia non ha i requisiti – ha sentenziato Ole Schröder – In mancanza dei motivi per l'asilo, devono essere rispediti in Tunisia». Così stabilisce anche la legge tedesca, che prevede il reato penale di immigrazione clandestina e la legalità dei respingimenti. di Enzo Piergianni

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