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Formigoni, firme false: "Io scelto dal popolo, resto"

Il governatore si mostra tranquillo in sella alla Regione e accusa i Radicali: "E' un anno che la menano, ma vincerò"

Federica Lazzarini
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"Chi vince le elezioni lo decide il popolo e io sono stato eletto dal popolo". Così il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha risposto a coloro che chiedevano le sue dimissioni, o almeno una presa di coscienza, per le firme false scoperte nelle adesioni al suo listino. Formigoni ha le idee chiare sulla vicenda, che, sottolinea in un'intervista a la Repubblica, "finirà in una bolla di sapone". "E' un anno che i Radicali la menano su una vicenda che la magistratura, per ben quattro volte, ha già giudicato insussistente. Il risultato è quattro a zero per noi". Se la magistratura "accerterà errori - assicura comunque il governatore - è bene che i responsabili paghino. Ma ripeto: spetta agli elettori stabilire chi vince le elezioni". Sul caso Minetti, inserita all'ultimo momento nel listino, Formigoni prende le distanze: "Il listino Per la Lombardia che sosteneva la mia candidatura non l'ho chiuso io, ma i vertici del partito. La famosa riunione tra me, Berlusconi e Bossi di cui tutti avete scritto, in realtà non c'è mai stata. Il listino è stato chiuso con dieci giorni d'anticipo". E conclude: "Il mio compito era fare la campagna elettorale, i vertici del partito mi dissero che la lista era chiusa e la raccolta di firme regolare".

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