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Obama, lacrime e sangue: "Conti Usa insostenibili"

Barack lancia l'allarme via Facebook: "Tagli alla spesa pubblica e più tasse, altrimenti sarà recessione". Dopo S&P's, altro sos

Giulio Bucchi
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"I conti Usa sono al collasso, dovremo pagare più tasse". Il sogno americano di Barack Obama è finito. L'uomo in cui speravano i progressisti di mezzo mondo in poco più di due anni ha già assaggiato la durezza della realtà. L'ultimo colpo al potere dello "Yes, we can" è arrivato via Facebook, il social network attraverso cui il presidente ha risposto alle domande degli utenti, ospitato dal guru Mark Zuckerberg. "Sia io che te - ha detto il presidente rivolgendosi al padrone di casa - dobbiamo prepararci a pagare più tasse. Lo so che per te non è un problema". Alla fine del 2012, dunque, addio agli sgravi fiscali per i più ricchi anche perché, come ammmesso dallo stesso Obama, la situazione dei conti pubblici americani "è insostenibile". A pesare soprattutto la crisi del mercato immobiliare, definito un "zavorra". Bisogna risollevarlo perché così "la gente avrà più fiducia, spenderà di più e sarà assunta con un generale miglioramento dell'economia". RISCHIO RECESSIONE - L'allarme, come anticipato dall'agenzia di rating Standard and Poor's, è imminente. "Ci troviamo in un momento critico, in cui dobbiamo prendere decisioni", ha spiegato Obama su Facebook. E la decisione è già stata presa: tagliare la spesa, "con lo scalpello, non con il machete". "Se tutto quello che facciamo è tagliare le spese senza fare discriminazioni, tagliamo anche le risorse che creano occupazione e allora il nostro deficit peggiorerà perché potremmo scivolare in una nuova recessione".

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