Il Pdl di Milano: "Lassini, se eletto si deve dimettere"
Caos sul candidato dei manifesti anti-Br. Il coordinatore lombardo Mantovani: "Dovrà fare un passo indietro"
L'odissea di Roberto Lassini, ogni giorno, conosce un nuovo capitolo. Prima era stato scaricato dalla candidata sindaco di Milano, Letizia Moratti, e poi anche dal suo partito, nonostante la solidarietà di Silvio Berlusconi. La 'colpa' di Lassini, quella di aver ideato i manifesti "Via le Br dalle procure". Oggi, sabato 23 aprile, l'esponente pidiellino viene scaricato senza mezzi termini anche dal coordinatore lombardo del partito, Mario Mantovani. LA NOTA DI MANTOVANI - "Il caso Lassini è chiuso - scrive Mantovani in una nota firmata anche dalla vicecoordinatrice regionale, Viviana Beccalossi -. La legge elettorale non ha consentito la sua cancellazione dalla lista del Popolo della Libertà presentata a Milano, ma come ha rinunciato irrevocabilmente alla candidatura, così auspichiamo si dimetta da consigliere della città qualora eletto. E comunque non farà parte del gruppo conisliare del Pdl. CONTROSENSI - Lassini, infatti, potrebbe benissimo essere eletto, e la popolarità di cui ha goduto negli ultimi giorni potrebbe giocare a suo favore. Però, anche se - come ha ricordato Mantovani - la legge elettorale non prevede cancellazioni dalle liste già presentate, qualora Lassini risultasse eletto, verrà indotto dal Pdl a rinunciare immediatamente all'incarico.