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E' caos. Bondi lascia. Maroni: "Riflettere" Giovanardi: "Premier pensi a successione"

Terremoto dopo i ballottaggi: coordinatore si dimette. Poi Salvini: "Voto contro il Cav". Cicchitto: "Governo è saldo"

Andrea Tempestini
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Il primo e più fragoroso degli effetti scaturiti dalla sconfitta elettorale, per il centrodestra, arriva da Sandro Bondi. Il coordinatore del Pdl ha deciso di rassegnare le dimissioni dal suo incarico. "Valutati i risultati elettorali, intendo rimettere il mio mandato di coordinatori nelle mani del presidente Berlusconi. Ritengo - ha aggiunto Bondi - che da questo momento il presidente Berlusconi debba ricvevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà, ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito". MARONI: "DARE RISPOSTA A VOTO" - Duro il commento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni: "O si dà un colpo d'ala, anzi di frusta, nella ripresa dell'azione di Governo o si rischia di non dare una risposta al voto di oggi", ha sottolineato Maroni a margine degli incontri bilaterali tra Italia e Romania. Il ministro, a chi gli chiedeva se dovesse essere necessario un aggiustamento alla squadra di Governo, ha risposto tagliando corto: "Non credo". SALVINI: "VOTO CONTRO BERLUSCONI" - La vittoria di Pisapia a Milano ha scatenato le immediate reazioni della Lega Nord: prima di Maroni, Salvini. Già in mattinata Umberto Bossi è sembrato avesse voluto prendere le distanze da un'eventuale sconfitta sottolineando: "La Lega ha fatto il suo" nella campagna elettorale. Poi, di fronte all'evidenza emersa dalle urne, ha preso la parola Matteo Salvini: "La Lega - ha ribadito - ha fatto di tutto e di più, gli elettori sono sovrani. E' stato un voto contro Berlusconi dalla sinistra", ha aggiunto puntando il dito contro il premier. "Prendiamo atto del vostro voto - ha proseguito -. Saremo un'opposizione costruttiva e aspetteremo di vedere cosa sarà in grado di fare la sinistra". "OPPOSIZIONE COSTRUTTIVA" - Salvini ha poi cercato di analizzare la sconfitta, imputando la 'fuga' dei milanesi dal Pdl alle "polemiche del passato sui furti d'auto e le Br", e sull'aver definito "i giudici un cancro ad estirpare". Poi la promessa: "L'opposizione non spaventa la Lega, marcheremo a uomo Pisapia". Quindi, ancora, Salvini risponde a chi addita alla Lega Nord uno scarso impegno in campagna elettorale: "Abbiamo fatto di tutto e di più con mezzi infinitamente minori rispetto a Pd e Pdl". CALDEROLI: "AVANTI CON LA STESSA SQUADRA" - Il governo non è a rischio. Bisogna "proseguire con le riforme, con questa stessa squadra". Lo ha detto il ministro per la Sempilificazione, Roberto Calderoli,uno dei più popolari esponenti della Lega Nord. "Ritengo che in Parlamento ci siano i numeri per lavorare proseguire su questo cammino - ha continuato il ministro -, ma al primo posto dobbiamo mettere la riforma fiscale: il mondo delle imprese e le famiglie ci chiedono". "Al secondo posto c'è la riforma costituzionale (con l'introduzione del Senato federale e una riduzione del numero dei parlamentari, ndr) "al terzo il decentramento delle amministrazioni centrali dello Stato, come i ministeri e le altre amministrazioni", ha concluso. GIOVANARDI: "PENSARE A SUCCESSIONE" - Un invito esplicito al Cavaliere è arrivato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, che è intervenuto alla trasmissione La Zanzara su Radio 24. "Berlusconi nei prossimi due anni deve pensare alla sua successione, io lo dico da tempo. Lui deve decidere se vuole passare alla storia come il maresciallo Tito, dopo il quale la Jugoslavia si frantumò, oppure come De Gasperi, che ha costruito l'architrave di un sistema che ha funzionato per quarant'anni". CICCHITTO: "GOVERNO NON IN DISCUSSIONE" - Poi ha parlato Fabrizio Cicchitto, da cui è arrivato un invito alla calma: "Bisogna tenere i nervi a posto", ha spiegato il capogruppo Pdl alla Camera. "Non sono in discussione né Berlusconi né il governo - ha proseguito -, perché si tratta di elezioni amministrative che pongono problemi, ma non solo a noi. Noi dobbiamo fare una riflessione su due nodi", ha sottolineato, ovvero quello relativo alle politiche del governo e, in secondo luogo, "va aperta una riflessione per quello che riguarda il Pdl" e "il suo rapporto con il corpo elettorale e il territorio".

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