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Calcio e scommesse, Figc: 'Verdetti rapidi' Ma su Premiopoli quanti strani ritardi

Palazzi tolse l'inchiesta sui premi in denaro alle giovanili a chi indagava? E il Bamba di Feltri va a Paoloni / LIBERO TV

Giulio Bucchi
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Nei gironi roventi del guazzabuglio-scommesse e dei furbetti che s'arricchivano con la puntata facile, abbiamo un'unica certezza: il dottor Stefano Palazzi, procuratore federale della Figc, accerterà magagne e responsabilità per la gioia di chi crede ancora nel calcio lindo e pulito (bontà loro...). Proprio giovedì Palazzi ha richiesto ufficialmente il fascicolo “scommessopoli” alla procura di Cremona e presto inizieranno le indagini. A tal proposito è stato chiarissimo il presidente della Figc Giancarlo Abete: «La giustizia sportiva deve essere tempestiva, deve fare chiarezza prima della nuova stagione. Vorrei ricordare che quando ci fu Calciopoli, nel 2006, la giustizia sportiva chiuse il suo corso in due mesi. Oggi a Napoli la giustizia ordinaria è al primo grado, dopo cinque anni. La tempestività è necessaria per consentire la definizione degli organici». Bene, bravo, bis. "Disonesto e maldestro": il Bamba di Feltri a Marco Paoloni. Su LiberoTv Le parole d'ordine dunque sono “rapidità” e “trasparenza”. Poi vai a controllare quel che sta accadendo in federazione per un'altra vicenda molto meno pubblicizzata dal nome “Premiopoli” e ti fermi a riflettere. Com'è possibile che quelli che devono giudicare a loro volta rischiano di essere giudicati? La vicenda risale alla primavera del 2010 e riguarda l'applicazione degli articoli 99 e 99 bis delle Noif (Norme Organizzative Interne Federali). Secondo queste norme, le società professionistiche sono tenute a pagare un premio di formazione ai club dilettantistici quando un giocatore cresciuto in questi ultimi debutta nelle serie maggiori o nelle varie nazionali. Ma le cose spesso non procedono con fluidità. All'interno della federazione esisterebbe un mediatore chiamato a svolgere il ruolo di consulente delle società dilettantistiche. Il tizio in questione avrebbe avuto interesse ad accelerare le pratiche all'interno delle Figc e si sarebbe interessato perché venissero create false certificazioni e autocertificazioni. Numero di giocatori coinvolti? Circa ottanta (tra essi anche il numero uno del Cagliari Federico Marchetti e quello del Palermo Salvatore Sirigu). Cifre in ballo? Centinaia di migliaia di euro. Diverse società che hanno elargito premi, tra le quali Chievo e Catania, hanno minacciato di denunciare i fatti alla procura della Repubblica a meno che Palazzi non arrivi a conclusioni certe nel giro di poco tempo. Al momento tutto tace. Ma c'è di più. Lo scorso agosto il professor Amerigo Pichi si è improvvisamente dimesso da consulente della Figc. Pichi lavorava presso l'ufficio “lavoro e premi” assieme a Maria Grazia Fazi, già implicata nella caotica vicenda Calciopoli. Il comportamento del consulente è per alcuni più che sospetto. A tal proposito la Figc curiosamente non si è mai espressa. Come successe per Calciopoli, ora anche Premiopoli è nelle mani di Palazzi e c'è chi storce il naso per alcuni fatti poco chiari. Lo scorso autunno uno dei più stretti collaboratori dello stesso Palazzi e titolare dell'indagine insieme a un altro collega - l'avvocato Marco Mattioli - chiese di poter aver accesso all'ufficio “lavoro e premi” per verificare se all'interno dello stesso accadessero cose strane. Palazzi rispose che a causa di alcune “criticità” l'accesso all'ufficio non era consentito. Poco dopo Mattioli (dodici anni di carriera alla procura federale) è stato misteriosamente trasferito all'antidoping senza alcuna spiegazione. Qualcosa non torna e c'è chi comincia a chiedere cosa si nasconda davvero dietro alla questione “Premiopoli”. L'indagine - ora nelle mani del solo Stefano Palazzi - al momento è ferma. Motivo? Sarebbero scomparsi dei documenti custoditi all'interno del famoso ufficio “lavoro e premi”. Un vero mistero che merita di essere svelato in fretta, quantomeno con la stessa rapidità che Abete reclama per il caso scommesse. Attendiamo risposte... di Fabrizio Biasin

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