In carcere chi pubblica
intercettazioni da distruggere
Chi pubblica intercettazioni da distruggere finirà in carcere: pena da uno a tre anni. La commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera a dueemendamenti al ddl intercettazioni, entrambi del Pdl (dallaparlamentare Debora Bergamini e da Nino LoPresti), che introducono unanuova figura di reato, quella della pubblicazione di intercettazioniper le quali "sia stata ordinata la distruzione". La nuovafattispecie di reato non sarà dunque più punita semplicemente con una "contravvenzione", ma con la reclusione. Analoga sanzioneper la pubblicazione di intercettazioni "espunte", perché riguardantiterzi estranei alle indagini e "irrilevanti". Sarà inoltre vietata la pubblicazione di nomi o immagini di magistrati "relativamente ai procedimenti e processi penali a loro affidati", fatto salvo il caso in cui l'immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca. Lo prevede un emendamento a prima firma di Francesco Paolo Sisto (Pdl) al ddl intercettazioni. "L'obiettivo - spiega Sisto - è quello di far sì che il giudice abbia il volto del suo provvedimento e non viceversa. Sono molto soddisfatto che sia stata approvata questa modifica".