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Colpe ed errori della Bce: perso il controllo dei mercati

Trichet: "Crisi più grave da '29". Siamo nei guai? E' anche colpa sua: tiene i tassi alti mentre la Fed li lascia a zero

Andrea Tempestini
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Jean Claude Trichet rilascia interviste in Italia, Francia, Germania. Vuole farsi notare, comunicare, mostrare che la sua Bce sta tenendo il polso della crisi. «Attualmente abbiamo un problema  di fiducia nell'economia internazionale» e per crescere «serve   ristabilire la fiducia. Il mondo ne ha bisogno più che mai», ha spiegato il presidente della Banca Centrale Europea  alla radio transalpina “Europe1”. Ormai sono quattro   anni «che stiamo vivendo un periodo di tensione. Dall'inizio delle   turbolenze finanziarie, il 9 agosto 2007, viviamo una successione di tensioni che sono state intensificate con la crisi di Lehman Brothers e da un certo tempo dalle tensioni sui debiti sovrani». Si tratta, aggiunge Trichet, «della crisi  più grave dalla seconda guerra mondiale» e senza interventi sarebbe stata «la più grave dalla prima guerra mondiale». Parole forti, che però sembrano cadere nel vuoto. Infatti sono bastati due giorni per certificare l'inadeguatezza della Bce. Lunedì mattina, dopo aver chiesto il consenso a Francia e Germania, l'Eurotower ha iniziato ad acquistare titoli di Stato italiani per tenere a bada la speculazione, ma l'effetto non si è visto sui mercati. Sì, i rendimenti dei Btp  sono scesi di un centinaio di punti base, ma in compenso le Borse sono precipitate. Il fatto è che gli acquisti prima o dopo termineranno, quindi la sfiducia continuerà. I grandi investitori non entrano in gioco. Lasciano fare la Bce, che tuttavia non incide.  Secondo un sondaggio Reuters tra alcuni gestori di fondi, la Banca centrale europea dovrebbe   comprare almeno 100 miliardi di euro di bond italiani e spagnoli per dare sostegno all'euro zona in difficoltà, però  i trader stimano che l'istituto di Francoforte compri obbligazioni per appena due miliardi al giorno. Certo, ieri è andata meglio perché - fanno sapere alcuni operatori - si sono visti timidi acquisti da parte di fondi, grazie al raggio di sole comparso a Wall Street. Quindi è merito degli Stati Uniti se si è rivisto il Toro sui mercati. Non certo della Bce che invece ha contribuito a creare questa grande crisi di fiducia. Perché se la grana Grecia è andata avanti per un anno e mezzo è colpa delle indecisioni di Francoforte: gli Stati ci hanno messo del loro, ma quelli sono comprensibili perché dovevano tirare fuori soldi di tasca propria, mentre l'Eurotower era nata proprio per mettere armonia fra i Paesi. Avrebbe dovuto tenere in equilibrio un Continente, avrebbe dovuto spingere per la creazione di eurobond, cioè di titoli pubblici garantiti da tutta l'eurozona per evitare assalti ai singoli Stati. E invece la Bce è rimasta vittima di se stessa, tutta presa a combattere l'inflazione (che poi non è mai esplosa), senza mai impegnarsi per la crescita. Da un decennio l'Europa ha perso punti nei confronti degli Stati Uniti e delle grandi potenze emergenti, ma la liturgia europeista ha impedito una dialettica, un dibattito, un confronto, una critica. Chi contestava Trichet veniva bollato come un eretico, un anti-liberale, un retrogado. Eppure di errori ne ha fatti: nel 2008, poco prima del crac Lehman, aumentò i tassi d'interesse facendo schizzare l'Euribor (cioè l'indice che, ad esempio, misura il costo del mutuo) a quasi il 6%, mandando nel panico famiglie, imprese e banche. Non contento dell'errore, quest'anno il presidente della Bce ha alzato per ben due volte i tassi, portandoli all'1,5%, contro lo zero per cento degli Stati Uniti e  del Giappone. Per crescere, ha sottolineato Trichet, «bisogna che le famiglie   abbiano fiducia e quindi consumino, che le imprese abbiano fiducia per  investire e che gli investitori abbiano fiducia». Ma come fanno ad avere fiducia se  i cosiddetti esperti, cioè i signori della Bce,  sbagliano ricetta? Infatti non possono fidarsi di persone che non rispondono alla politica, intesa  come rappresentazione della volontà degli elettori. Se in America Obama ha un problema, Ben Bernanke, capo della Fed, non fa finta di niente: agisce perché ne va del suo posto. E non c'entra l'indipendenza dei banchieri centrali, il problema è che i “guru” dell'Eurotower non sono tenuti ad  avere responsabilità nei confronti dei contribuenti europei.  Trichet, infine, ha sostenuto che la colpa di questa crisi non è dell'euro. «Ha dato a 332 milioni di cittadini   una stabilità dei prezzi che non era mai stata raggiunta prima».   Dalla creazione della moneta unica europea «sono stati creati 14   milioni di posti di lavoro nella zona euro mentre nello stesso periodo  negli Usa ne sono stati creati solo 8 milioni». Tuttavia, ha concluso,  «abbiamo ancora molto da fare e moltissimo per quanto riguarda   l'occupazione». Già, quanti posti abbiamo perso nell'ultima crisi e quanti ne perderemo? I tecnocrati non bastano per risolvere questa crisi, c'è bisogno di politici. Veri. di Giuliano Zulin

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