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Brusca: la trattativa Stato-mafia al via dopo l'attentato a Falcone

Al processo a carico del generale Mario Mori, il pentito rivela: "Riina mi parlò del papello e della trattativa in corso"

Lucia Esposito
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«Totò Riina mi parlò della trattativa con lo Stato dopo la strage di Capaci e prima della strage di via D'Amelio». Lo ha detto il pentito Giovanni Brusca al processo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu a Palermo accusati di favoreggiamento aggravato a cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano.. L'ex boss era già stato ascoltato sulla trattativa, ma non era riuscito a collocare la data dell'incontro con Riina. Ma oggi Brusca ha aggiunto: "Io non avevo saputo nulla dell'attentato allo stadio Olimpico di Roma che la mafia voleva organizzare fino a quando Gaspare Spatuzza non mi disse che era in preparazione una vendetta contro i carabinierì. Non so il motivo. Non ricordo altro". Già in passato Brusca aveva parlato del fallito attentato all'Olimpico ma solo oggi ricorda che era stato il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza a parlargli della bomba che avrebbe dovuto uccidere decine di carabinieri in servizio allo stadio. In altri processi Brusca aveva ribadito che l'attentato all'Olimpico si sarebbe dovuto eseguire «contro i carabinieri», perchè era «una vendetta per chi non aveva mantenuto le promesse». Oggi ha spiegato di avere appreso da Spatuzza «del particolare della vendetta contro i carabinieri»Brusca, che aveva già testimoniato al dibattimento, ha chiesto di tornare in aula per chiarire alcuni particolari della sua testimonianza e, però, ha anche  inserito nuovi argomenti tra i quali, appunto, quello della mancata strage del '94.

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