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Pacco di Natale della Rai: aumenta ancora il canone

Viale Mazzini prepara un'altra stangatina: la tassa televisiva cresce. Nel 2005 non superava i 100 euro, oggi...

Giulio Bucchi
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I bollettini con l'importo attuale non sono stati ancora stampati. E, con tutta probabilità, l'operazione non avrà inizio prima della metà di gennaio. Ma l'aumento del canone Rai, la tassa più odiata dagli italiani, è già un dato di fatto. Un'altra stangata che si va ad aggiungere a quelle varate dal governo Monti, visto che nel 2011  l'importo da pagare  era 110,50 euro, mentre per il 2012 dovremo sborsare 112 euro, come spiega il sito della Rai dedicato agli abbonamenti.  Sempre che il ministero dello Sviluppo economico, che deve ancora licenziare il dossier Rai relativo ai conti in sospeso - lo Stato deve a viale Mazzini, a partire dal 2005, un milione e 600 mila euro - non decida un ulteriore ritocco verso l'alto del canone, rifacendosi ai dati Istat. In quel caso la cifra potrebbe arrivare a 115 euro. Un vero e proprio salasso per le tasche dei contribuenti. Sul quale deve peraltro ancora esprimersi la Corte dei conti, che ha un proprio rappresentante all'interno del Cda. Eppure l'importo dovuto per quella che viene definita la tassa sul possesso del televisore, era stato ritoccato anche all'inizio del  2011. Dai 109 euro del 2010 si era passati ai 110,50 del 2011. La decisione era stata ratificata dal Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, con apposito decreto e, prima che si scatenassero le solite proteste, il titolare del dicastero economico aveva messo le mani avanti sostenendo che l'aumento era previsto, trattandosi del «recupero dell'inflazione, come previsto dall'articolo 47 del Testo Unico sulla televisione». Tecnicamente sarebbe avvenuta la stessa cosa, ovvero adeguamento del canone al tasso d'inflazione, anche se nessuno lo ha detto ufficialmente, pur essendoci una riga dedicata all'argomento all'interno del provvedimento varato dal governo. Il canone, al di là degli adeguamenti indicizzati o dei cosiddetti ritocchi programmati, ha fatto registrare una costante escaltion dal 2005 ad oggi, ed ha vissuto il suo primo scatto nel 2006 quando venne abbattuta la soglia psicologica dei 100 euro. Dopo 4 anni si è passati da 99,60 euro ai 110,50 di  ieri, per finire con i 112, almeno per ora, di oggi. E non è finita qui. Dato che l'evasione del canone si è ormai stabilizzata attorno al 40%, pari a 400 milioni di euro all'anno, e visto che l'azienda di viale Mazzini, sempre più stretta fra la necessità di ridurre drasticamente il deficit e mantenere gli attuali standard di produzione, non ha altri margini di manovra, agire sul tassa più odiata dagli italiani resta l'ultima, se non l'unica, ancora di salvezza prima del tracollo. Per questa ragione gli italiani dovranno iniziare ad abituarsi. L'ammontare della tassa salirà ogni anno, salvo diversa decisione del ministro di turno. Perché l'unica vera chanche per evitare questo balzello continuo è nelle mani del governo. Da una parte può agire sul recupero dell'evasione, come chiede la Rai, inserendo il canone in una delle tante bollette che ci rendono la vita sempre più amara. Un primo passo in questo senso è stato compiuto. Alla chetichella, quasi si vergognassero del gesto, il governo ha inserito nella manovra finanziaria un articolo che contiene uno specifico riferimento all'abbonamento speciale che viene sottoscritto da aziende e imprese. La richiesta avanzata dall'esecutivo è quella di inserire all'interno delle loro dichiarazioni dei redditi il pagamento che è stato versato, specificando la relativa categoria di appartenenza. Le percentuali di evasione sono in continuo aumento, ma sono molto alte quelle relative al mondo imprenditoriale, dove si sfiora addirittura il 96%, pari a circa 140 milioni di euro all'anno. di Enrico Paoli  

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