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Quale governo della sobrietà? Tutti sedotti da tv e interviste

Monti e compagni impazzano sul piccolo schermo e sulle pagine dei quotidiani: e la strategia del silenzio che fine ha fatto?

Andrea Tempestini
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  Il governo della sobrietà si innamora follemente della poco sobria attenzione mediatica: Mario Monti e soci, tutti pazzi per interviste e televisione. Gli ultimi a cadere vittima del fascino della notorietà sono stati i ministri Paola Severino e Giampaolo Di Paola, rispettivamente Guardasigilli e ministro della Difesa. La prima si è cimentata in un lungo colloquio con Corriere della Sera e Repubblica, il secondo invece, l'ammiraglio, è andato da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, su La7. Imperdibile la lezione di Di Paola sul sommergibilismo: "Ho imparato il senso di coesione a bordo dei sommergiibili". Ma Lilli Gruber è inarrestabile, e dopo l'ammiraglio ha macinato anche Francesco Profumo, il ministro dell'Istruzione (in diretta martedì sera). Alla faccia della sobrietà - In poche settimane quello che ai più era sembrato un governo di illustri sconosciuti ha fatto irruzione con forza nelle case di tutti gli italiani. Mario Monti per ovvi motivi. Ma poi ci sono gli altri, il ministro delle Lacrime, Elsa Fornero, ormai un volto più riconoscibile di quello di Marilyn Monroe. E, ancora, abbiamo preso confidenza col già celebre Corrado Passera, che si offerto agli artigli dell'intervistatore più cattivo dell'intero panorama televisivo italiano (sic!), l'inginocchiato Fabio Fazio. Alzi la mano, infine, chi oggi non è in grado di riconoscere Giarda (ministro dei Rapporti con il Parlamento), Clini (Ambiente) e Terzi di Sant'Agata (Esteri): ogni giorno li sentiamo parlare a ruota libera, un po' ovunque, e nemmeno sottosegretari e sottoministri - alla faccia della sobrietà - si negano un intervento su radio, tivvì e pagine di quotidiani. Strategia del silenzio? - E pensare che nei giorni dell'insediamento, Monti, spiegò che il suo governo avrebbe adottato la strategia del silenzio: "Noi non si parla con nessuno, men che meno con la stampa". Ovviamente col tocco magico del Professore il mondo era subito diventato un posto migliore: diversi opinionisti hanno esultato perché "basta, adesso non vedermo più talk show dove i politici urlano e si insultano". Ma il grande e pacato silenzio è già stato ampiamente rotto. Anzi, a ben vedere è stato rotto poche ore dopo l'inizio ufficiale dell'era Monti, quando il disinibito ministro Clini andò in radio a spiegare che per lui, al nucleare, si potrebbe ancora pensare. E fu subito bufera    

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