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Spread, ecco l'effetto Monti: chiude a quota 502 punti

Dopo l'ok definitivo del Senato alla stangata del governo il differenziale fa ancora paura: vola fino a 513, poi scende. Alfano: "Problema non era il Cav"

Giulio Bucchi
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Non si allenta la stretta sui titoli di stato italiani. L'ottimismo alla vigilia dell'approvazione della manovra in Senato si è spento non appena il premier Monti ha preso la parola a Palazzo Madama: più parlava, più il differenziale saliva. Alla fine della giornata lo spread tra Btp e Bund è schizzato vicino alla soglia dei 500 punti, un livello che si è confermato anche il giorno successivo. In apertura di giornata, venerdì 23 dicembre, lo spread era intorno a ai 495 punti, poi arrivava fino a 500. La tensione restava alta, e il differenziale tra i Btp decennali e Bund tedeschi tornava a quota 494 punti, con un rendimento per i titoli decennali al 6,94 per cento. Quindi a metà del pomeriggio un nuovo balzo fino a quota 513 punti, per poi scendere a 510 punti: il redimento saliva sopra la soglia d'allarme pari al 7% (7,07%). A fine giornata il differenziale ha chiuso a quota 502 punti base. Finita la fase uno, il quadro resta spaventoso Su LiberoTv il videocommento del vicedirettore di Libero, Pietro SenaldiAlfano: "Il problema non era il Cav" - Il segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, ha commentato i movimenti dello sperad, spiegando che "i dati di Borsa di questi giorni e il livello dello spread dimostrano che le difficoltà non erano di Silvio Berlusconi, ma di una congiuntura economica sfavorevole". Alfano, parlando ad Agrigento ad una manifestazione del movimento Patto per il Territorio, ha voluto nuovamente smentire le cassandre che dall'estate e fino allo scorso novembre hanno invocato la caduta di Berlusconi poiché radice di tutti i mali economici che attanagliano il Belpaese. Con l'avvento di Mario Monti e dei professori che hanno portato in dote una stangata per i contribuenti fino ad oggi non è cambiato nulla". Anche Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, ha spiegato che "questa nuova fase politica potrà essere utile e benefica per l'Italia se la politica prenderà le distanze dall'imbarbarimento in cui era precipitata e tornerà a valere nei rapporti politici un pizzico di onestà intellettuale e di rispetto per le persone e per la verità dei fatti. Siamo ancora ben lontani dall'aver raggiunto questo normale livello di civiltà - ha aggiunto Bondi -. Nessuno infatti ha ancora ammesso, dalle parti della sinistra e della cultura conformista che domina in Italia, che l'alto livello dello spread non dipendeva e non dipende da un governo o da una persona, che la fragilità del sito archologico di Pompei non dipendeva e non dipende da una persona, e via continuando. Quando qualcuno avrà il coraggo di pronunciare finalmente parole di verità - ha concluso il coordinatore del Pdl - il rinnovamento e il cambiamento del nostro Paese avrà finalmente fatto un passo avanti decisivo". Le Borse - In parallelo le Borse conoscevano una giornata di cauti rialzi. A fine giornata Piazza Affari ha chiuso in rialzo: l'indice Ftse Mib ha preso 0,31 punti percentuali (il rialzo più contenuto in Europa), mentre l'All Share ha preso 0,42 punti percentuali. Positivi anche gli altri principali listini europei: Francoforte ha preso dello 0,46%, Parigi lo 0,99% e Londra 1,02 punti percentuali. Le Borse hanno accolto con freddezza i dati provenienti dagli Stati Uniti. Da un lato sono state registrate novità ositive sulla vendite di nuove case negli Stati Uniti, salite a 315mila unità annualizzate nel mese di novembre, oltre le 313mila attese dagli analisti (si tratta del miglior dato da aprile). Dall'altro, però, sono arrivate notizie meno positive per quel che concerne i dati, più importanti, relativi alla spesa e ai redditi personali, saliti al di sotto delle previsioni.Chi sale, chi scende - Nel dettaglio a Piazza Affarti, tra gli istituti di credito chiude in netto ribasso Unicredit, in calo del 3,43% sotto gli 0,7 euro per azione; male anche Intesa Sanpaolo (-2,17%) e Ubi Banca (-2,67%). Piatte Bpm e Mediobanca, in rialzo la Bper. Bene anche gli assicurativi: le Generali hanno guadagnato il 2,14%, mentre - sul listino completo - Milano Assicurazioni è balzata dell'11,09% in una giornata cruciale per la galassia Ligresti. Era in corso, infatti, la riunione del cda di Fonsai (+0,79%) che dovrebbe decidere su un'eventuale ricapitalizzazione e sulla cessione della quota detenuta in Igli, la scatola societaria che controlla Impregilo (-3,46%). Bene l'energia: A2A, sull'evolversi del dossier Edison (+4,2%), guadagna il 2,36%; Eni sale dell'1,09%, Snam Rg dell'1,67% e Terna dell'1,56%. Contrastata l'industria: da un lato è positiva la galassia Fiat, con l'auto che sale dello 0,49% ed Exor su dell'1,6%, mentre dall'altro calano Pirelli (-0,6%) e Finmeccanica. Comprato il lusso, bene gli alimentari, con Davide Camapri che sale dello 0,88%. Fuori dal paniere principale, scivolone per la Juventus (-9,06%). 

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