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Il sogno del ministro tecnico: rifare la Democrazia cristiana

Riccardi sogna la catto-ammucchiata: "Iniziativa per l'Italia" ha l'appoggio del leader Cisl Bonanni e dell'Udc di Casini

Giulio Bucchi
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L'appuntamento è a Napoli, in gennaio, nella seconda metà del mese, con il lancio pubblico  di un manifesto dal  titolo: “Iniziativa per l'Italia”. A marzo nuova  tappa a Milano,  a cui seguiranno altri incontri in altrettante città, segno che l'iniziativa vuole assumere un rilievo nazionale. Tra le fila dirigenziali del nuovo soggetto politico  la parola d'ordine è: non si parli di partito, meno che mani  della riesumazione dell'antica Balena Bianca, la Democrazia Cristiana. Si tratta invece di  una “iniziativa”, di  un movimento, una modalità di partecipazione, di un superamento dei vecchi schemi di partecipazione politica... Insomma, hanno dato molte definizioni, ma si torna sempre lì: dai giorni del forum di Todi (nell'ottobre scorso) in poi l'idea che i cattolici possano tornare a “fare partito” non si è cancellata, anzi, si è rafforzata. E ora si passa al manifesto con relativa manovra di lancio. Ne hanno fissata l'agenda, in una riunione a porte chiuse del 13 dicembre in un istituto religioso di Roma, i leader dell'Udc  Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, l'ex popolare del Pd Giuseppe Fioroni, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, altri quadri cattolico-sociali reduci da Todi e, primo fra tutti,  il vero “federatore” dell'operazione, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, che nel frattempo è diventato ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione. Nel governo di Mario Monti uno dei ministri più attivi, che lungi dall'essere scialbamente tecnico e nell'ombra, non lesina commenti, indicazioni, prese di posizione. Anche il giorno di Natale Riccardi non ha rinunciato alla propria dimensione pubblica. Si è trattato, però, di una sua antica e bella consuetudine, ossia la partecipazione al tradizionale pranzo di Natale offerto ai poveri dalla comunità di Sant'Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Il messaggio del ministro in questa circostanza è stato il seguente, molto poco “tecnico”: «È un Natale duro per i più poveri, con questa crisi, ma sento che oggi in questo Paese c'è una profonda e spontanea solidarietà che va valorizzata. Credo che insieme ce la possiamo fare a far soffrire di meno la gente e a far riprendere questo Paese». Insomma, nel cantiere politico che si è tentato di aprire a  Todi  si continua a lavorare in vista di una terza forza cattolica, nella cui cabina di comando si trovano saldamente proprio molti dei protagonisti del forum di  Todi,  a cui ha partecipato, tra gli altri,  il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. E al quale ha dato, e continua a dare, una bella spinta il Corriere della Sera. La cosa non è sfuggita al vaticanista Sandro Magister. Nel suo blog si legge, infatti, che le febbrili manovre verso questa ipotetica terza via sono platealmente uscite allo scoperto, quando, ad esempio,  il 14 dicembre scorso,  sul Corriere è apparso un articolo, a firma di Roberto Zuccolini, in cui si annuncia, come già ricordato, che il primo stadio del presunto nuovo soggetto sarà lanciato a gennaio a Napoli. Magister segnala, tra le altre cose, che il cronista politico Zuccolini è un «militante d'antica data della Comunità di Sant'Egidio». A  Todi  c'era anche Lorenzo Ornaghi, altro neoministro dell'esecutivo Monti, l'unico che, di fatto, sia stato sostenuto dai vescovi italiani nella corsa a un dicastero. Secondo Magister il vero, grande sponsor di  Riccardi  sarebbe stato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. E c'è da notare che la Conferenza episcopale, con il suo presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, non sembra avere il desiderio di sponsorizzare questa famosa «terza via cattolica». Se le gerarchie hanno i loro dubbi,  bisogna considerare quel che ne pensa, di tutto questo fervore politico,  il popolo cattolico vero e proprio. I dati di un recente sondaggio targato Acli-Ipsos sui «cattolici nell'attuale scenario politico italiano» non sono univoci: solo il 9 per cento degli intervistati vorrebbe un “partito cattolico”, mentre al 27 per cento piacerebbe un movimento per fare sentire la propria voce al mondo dell'economia e della politica. Tuttavia più della metà dei cattolici è convinta che i vari movimenti e associazioni sono molto, anzi troppo diversi tra loro e quindi incapaci di trovare una posizione comune. Sullo sfondo -  e neppure troppo sullo sfondo - si staglia un altro fattore di cui si deve tener conto. Nell'autunno scorso è stata avviata la stagione dei congressi provinciali e regionali dell'Udc, che porterà nel 2012, tra maggio e giugno,  al primo congresso nazionale dei centristi, sancendo così la definitiva unione della Rosa per l'Italia di Savino Pezzotta, dei Popolari di Ciriaco De Mita e dell'Udc  di Casini e la nascita del partito unitario "Unione di centro", pronto a raccogliere anche il sostegno di vari esponenti del Pdl e del Pd. Che ne sarà di questo partito: assorbirà, o si farà assorbire, dall'“iniziativa per l'Italia”? O ciascuno andrà per la propria  strada, con buona pace dell'unità dei cattolici in politica... di Caterina Maniaci

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