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Il sogno di Lorella Cuccarini: "Ora voglio una fiction"

L'intervista: "Io pioniera del ballo in tv, ma adesso voglio recitare". Venerdì sera su Rai1 con la prima di 'Un amico è così'

Andrea Tempestini
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Lorella Cuccarini ama definirsi una «pioniera» . E tale si comporta. Per prima, infatti, ha sperimentato in tv il talent danzereccio conducendo nel 1996 Campioni di ballo su Rete Quattro. Poi, insieme a Fiorello, ha intuito le potenzialità del satellite lasciando i lidi generalisti, all'epoca ancora sicuri, per la neonata SkyUno. Ora prova a rivisitare il genere dell'emotainment (quello delle Carrambate, per intenderci) con Un amico è così, in onda stasera su Raiuno. La ricetta: buoni sentimenti e amicizia, conditi con il linguaggio moderno, a base di flashmob e instant movie. guarda le foto nella Gallery Ma non sarà un azzardo? Il pilota, lo scorso luglio, si è arenato sull'11,2% di share… «Il test estivo non è attendibile, perché a luglio la rete era spenta. La stessa curva di ascolti dimostra che non è avvenuta la, cosiddetta “chiamata del pubblico”: gli spettatori hanno mancato l'appuntamento. Diverso sarebbe stato se avessero cambiato canale durante la visione». Così, avete deciso di fare questo speciale: una sorta di pilota del pilota? «Esatto. Ora il periodo è perfetto e rispetto alla versione estiva abbiamo aggiustato il tiro delle storie. Il clima sarà maggiormente di festa. Le storie non sono mai drammatiche, anche se contengono dei picchi emotivi». La gestione Lei e in particolare la neonata struttura Rai Intrattenimento riusciranno a rilanciare l'intrattenimento? «Siamo tutti molto curiosi e a disposizione di questa nuova struttura, ma non c'è nessuna crisi del genere». E come la mettiamo con il calo di ascolti? «Lo scenario è mutato: non si può più pensare di realizzare gli share di una volta. La stessa Domenica In va molto bene anche se è passata dal 25% di alcuni anni fa all'attuale 17%. Tutti gli indicatori sono positivi». Più che nuove idee, però, abbondano i programmi clone. «Colpa della politica dei format. Una volta eravamo dei bravi “artigiani”, adesso siamo degli ottimi “adattatori”. Le stesse reti, inoltre, faticano ad approvare progetti mai testati». Già, peccato che anche format cult, come il Grande fratello, stiano accusando stanchezza. «Il Gf sta risentendo dell'intensivo sfruttamento: oltre un certo numero di puntate, si rischia di sfibrare un programma». Tornando indietro, rifarebbe Star Academy? «Sì, non mi pento mai delle mie scelte». Nemmeno se si tratta di un flop? «Il problema è che c'è stato un rifiuto da parte del pubblico. I fan del genere, che già non sono numerosissimi, si sono sentiti traditi vedendo in onda un programma simile, affidato allo stesso conduttore». Le piace la versione satellitare di X Factor? «Mi spiace, non l'ho seguita». A proposito di Sky, lei è stato la prima grande icona tv a tentare la strada satellitare, con Vuoi ballare con me? «Già! SkyUno è praticamente nata con me, Mike e Fiorello… ricordo che chiedevo gli indici d'ascolto e non sapevano darceli!». Crede che oggi il programma otterrebbe più visibilità di allora? «Sì e un po' mi dispiace, ma l'importante è la correttezza dell'intuizione. E io ho sempre avuto l'animo da pioniera: per esempio, prima di Ballando con le stelle c'è stato il mio Campioni di ballo. La puntata serale toccò il 22% di share, risultando la più alta nella storia di Rete Quattro». La rivedremo anche in qualche fiction? «Non mi dispiacerebbe e credo di essere tagliata per la recitazione. Tuttavia è invalsa l'idea che i volti dell'intrattenimento mal si prestino alla fiction: la loro forte personalità li renderebbe poco credibili in altri ruoli. Ma questa, per la verità, è più una fissazione degli autori che non del pubblico». intervista di Francesca D'Angelo

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