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Monti: "La Tav va avanti Non tollero più violenze"

Il governo chiude la porta agli antagonisti: "Scegliete, benefici economici o deriva dall'Europa". Il leader Perino lo sfida: "Evita prove di forza"

Giulio Bucchi
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La Tav non si tocca, chi si oppone deve scegliere: o progresso e ripresa dell'economia, o un'Italia alla deriva e sempre più lontana dall'Europa. E' categorico il premier Mario Monti quando si presenta ai giornalisti dopo il vertice con a Palazzo Chigi con il ministro degli Interni Annamaria Cancellieri e il ministro della Giustizia Paola Severino. Il sostegno del governo all'alta velocità Torino-Lione era scontato, ma si attendeva una presa di posizione definitiva sul caos in Val di Susa, da giorni al centro di una vera guerra civile tra No Tav e forze dell'ordine ("Siamo stanchi e pagati poco" è stata la denuncia del sindacato della polizia). "Il governo tutela la libertà di espressione del pensiero ma contrasterà ogni forma di illegalità e di violenza", spiega laconicamente il premier, che poi illustra brevemente la storia della linea Tav facendo capire che il tempo del confronto c'è stato ed è finito. Sprezzante la replica del leader No Tav Alberto Perino: "Monti ha detto un sacco di cose roboanti e ha mostrato i muscoli. Gli vogliamo bene. Ma eviti le prove di forza con noi. Non servono. E si sprecano soldi". "Pensaci bene - ha poi aggiunto Perino rivolgendosi al premier -. Se vuoi farci fare ginnastica su e giù per la Valle noi siamo pronti". Ambiente, salute e costi: tutte le balle dei No Tav Il tempo del confronto - "Si sono tenuti numerosi momento d'ascolto e confronto, fino alla nascita dell'osservatorio Torino-Lione nato nel dicembre 2006", ricorda Monti. "Il progetto iniziale è stato radicalmente modificato per tenere in considerazione questa fase di ascolto". Ora, dunque, non si può tornare più indietro. Anche perché non converrebbe all'Italia, visti i "benefici economici rilevanti": "Si dimezzano i tempi di percorrenza da 152 minuti a 73 minuti, e da Milano a Parigi da 7 a 4 ore, oltre a lavoro e occupazione sul territorio e non solo". Alla luce di tutto ciò, dunque, l'esecutivo "conferma il proprio impegno nella costruzione tempestiva dell'opera".   No ai violenti - Nessuna concessione ulteriore, dunque, alle ragioni dei No Tav. "Invito chi si oppone a considerare che il nostro paese avverte un crescente disagio sociale soprattutto nei giovani - ha sottolineato il premier -. E' difficile trovare il lavoro e questo è il risultato di una pese progressivamente distaccato dall'Europa, meno competititvo e con pochi nuovi posti di lavoro". La domanda a questo punto è retorica: "Vogliamo lasciare andare alla deriva questa nostra penisola, rendedndo sempre più difficile per la nostra economia risalire e garantire più equità sociale e benessere economico?". I rischi - Molte manifestazioni di disagio, conclude il professore, "troverebbero delle ragioni sempre più gravi in una economia alla deriva, perdendo un aggancio all'Europa". Un aggancio, aggiunge Monti, "anche fisico, con qualche fondamentale infrastruttura di collegamento. Chi vede la Torino-Lione con timore o astio tenga presente che anche queste opere, purché siano ecologicamente sostenibili, sono condizioni necessarie per consentire ai giovani italiani una prospettiva migliore". Considerato che il governo ha già annunciato di aver approvato la valutazione d'impatto ambientale dell'opera, si può parlare di porta sbattuta in faccia alle ragioni del no della Val di Susa.

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