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Ue accusa Monti: Non li ha aiutati Terzi convoca ambasciatore

I due militari italiani in carcere in India: "Stiamo bene". Ue: "Governo non ha chiesto nostro intervento". Basta con la linea morbida

Lucia Esposito
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Massimo Latorre e Salvatore hanno passato la prima notte in carcere nella prigione centrale Trivandrum dei due marò italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati. Uno schiaffo bello e buono al diritto internazionale e soprattutto all'Italia, che nonostante gli sforzi della Farnesina non è riuscita a far valere le proprie posizioni. Oggi il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha convocato a Roma l'ambasciatore indiano, ma l'accelerazione pare tardiva. Anche perché l'alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza Catherine Ashton ha detto che nel caso dei due marò la competenza è italiana ma che le nostre autorità "non hanno finora richiesto la nostra assistenza".  Latorre e Girone, sotto custodia della polizia nella guest house di Kochi, e poi di Kollam, dal 20 febbraio scorso, resteranno in galera per 14 giorni.   L'appello di Libero a Napolitano: guarda chi ha firmato Aderisci anche tu: scrivi una mail con nome e cognome a [email protected]  "Stiamo bene" - In una situazione di così grave tensione diplomatica, conforta la reazione dei due marò, che in un incontro con i giornalisti italiani riferiscono: "Ci trattano bene, abbiamo fiducia nel lavoro positivo che stanno facendo per noi le istituzioni". Latorre e Girone non hanno nascosto la loro sorpresa nel vedere la stampa italiana. Dopo un paio di minuti il clima, all'inizio un po' teso, si è disteso e il colloquio si è concluso con grandi strette di mano e auguri di rapida fine della vicenda. Convocato l'ambasciatore - Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha nel frattempo convocato l'ambasciatore indiano a Roma Debrabata Saha, al quale ha ribadito che le misure prese nei confronti dei due marò sono "inaccettabili" e che anche l'attenuazione del regime della detenzione dei due italiani "non è soddisfacente". Terzi ha espresso all'ambasciatore "la fortissima preoccupazione per il clima di tensione e di forte sentimento anti-italiano che si registra in India, ed in particolare nella regione interessata, sulla vicenda dei nostri due militari, con un possibile grave pregiudizio della correttezza del procedimento giudiziario in corso". Nel pomeriggio il ministro ha ricevuto anche i familiari dei due fucilieri del San Marco. "Resto in India" - Mentre la Farnesina ribadisce come la linea del governo italiano sia stata sempre "coerente, determinata e unitaria", è il sottosegretario Staffan De Mistura a sottolineare come le autorità indiane volessero incarcerare i marò insieme a criminali comuni. "Dovevamo fare una accelerazione, e l'abbiamo fatta", ha spiegato il diplomatico da Trivandrum, dove ha condotto le trattative. La situazione "mi ha spinto in queste ore a decidere di cambiare i miei piani e a restare qui per continuare la pressione".  

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