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Il Pdl dichiara guerra a Monti Sfiducia al ministro Riccardi

Senato, 46 azzurri raccolgono firme per una mozione contro l'autore della gaffe sulla politica "schifosa". Monti nel panico

Giulio Bucchi
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Il Pdl dichiara guerra a Mario Monti. Il casus belli lo ha fornito Andrea Riccardi, il ministro che ieri in un fuorionda con il ministro della Giustizia Paola Severino aveva sbottato: "Il Pdl mi fa schifo, Alfano ha strumentalizzato". Insomma, il rifiuto del segretario Pdl di non partecipare al vertice con premier, Bersani e Casini non è andato giù a Riccardi e Riccardi non va giù ora al Pdl. E al Senato 46 onorevoli azzurri hanno raccolto le firme per presentare una mozione di sfiducia individuale contro il ministr. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello intanto frenano e stanno mediando per risolvere la situazione. A poco serve la fiducia sul decreto semplificazione incassata da Monti con una maggioranza ampia (479 sì). Lo stesso premier ha preso atto della situazione politica sempre più complicata, e parlando del contesto economico italiano ha spiegato: "Speriamo che in parallelo alla diminuzione dello spread sui titoli di Stato non si allarghi lo spread tra il governo e i partici politici". Il premier è nel panico. Il documento - In una lettera inviata al presidente del gruppo Maurizio Gasparri, Nitto Palma, come primo firmatario, insieme ai senatori Bruno Alicata e Luigi Compagna ricordano la "lealtà, amicizia e fiducia nei confronti del Pdl" che li ha indotti ad "estendere tale lealtà, amicizia e fiducia anche al governo in carica e a tutti i suoi componenti". "Ma all'indomani di esternazioni del ministro Riccardi a dir poco scomposte e sguaiate, ci sembra - sostengono i firmatari - che il ricorso alla mozione individuale di sfiducia nei suoi confronti sia diventato gesto necessario ed urgente". "Può darsi - conclude la missiva - che lo strumento regolamentare sia discutibile, può darsi che le scuse del ministro Riccardi siano apprezzabili, ma per evitare che un governo del quale faccia parte il professore in oggetto abbia la nostra fiducia ci è parso imprescindibile puntare su un'iniziativa ad hoc del nostro gruppo". Se per ora l'iniziativa non è ufficiale, resta il problema politico di fondo. Mai, in questi primi 4 mesi di governo Monti, il partito di Berlusconi aveva alzato la voce così spesso. E se l'esame-fiducia sul decreto semplificazioni è passato, per l'esecutivo sono in arrivo tempi duri. Le scuse di Riccardi - A poco sono servite, dunque, le frettolose scuse del ministro Riccardi, pressato da Monti, che mercoledì sera ha parlato, al solito, di frasi estrapolate dal contesto e travisate. "Con Alfano ho un rapporto sereno e sincero da tempo", ha spiegato oggi da Firenze. "Non vorrei parlar ancora del non parlato. Bisogna parlare delle cose concrete". E poi, con un pizzico di polemica: "Ho molto rispetto per opinioni, richieste e letture che vengono fatte. Quello che avevo da dire l'ho detto ieri con un comunicato".

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