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Tutti contro il ministro Terzi. Soltanto Fini lo difende ancora

Il titolare degli Esteri nella bufera per il caso marò e Lamolinara. Maroni: "Ora si dimetta". Ma Gianfry: "Piena fiducia"

Andrea Tempestini
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Giorni bui per la politica estera del governo dei tecnici di Mario Monti. Prima il caso dei marò, ancora trattenuti nelle carceri indiane. Quindi in stretto ordine cronologico il pasticcio sul caso di Rossella Urru, la cooperante rapita in Algeria nell'ottobre 2011 e che sembrava fosse stata liberata lo scorso weekend, una circostanza poi smentita. Per ultima la tragedia avvenuta in Nigeria, dove l'italiano Franco Lamolinara è stato ucciso nel corso di un blitz condotto dalle teste di cuoio britanniche per liberarlo (era tenuto in ostaggio da quasi un anno). Il caso indiano - Già per il caso dei marò sono piovute diverse polemiche sul ministro Terzi e su Monti, in particolare per la fiacchezza con cui, soprattutto nelle parti iniziali, hanno gestito le trattative diplomatiche con l'India, dove è stato inviato il sottosegretario agli Esteri, Stephan De Mistura. Ma ora è per l'uccisione di Lamolinara che un ciclone sta travolgendo Terzi. Possibile che l'Italia sia così poco influente nello scacchiere internazionale da non essere nemmeno avvisata del blitz delle forze britanniche? Una brutta storia e una brutta figura per il nostro paese. "Terzi si dimetta" - L'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha detto chiaro e tondo che "si deve dimettere il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, dopo la figuraccia che ci ha fatto fare sui marò in India e dopo questa incredibile vicenda dell'italiano assassinato. A me sembra davvero incredibile che il governo italiano non fosse informato di questo blitz, non è mai successo". Quindi Bobo rincara la dose: "Un ministro degli Esteri che non è informato di una cosa del genere di cosa si occupa? E' questa l'autorevolezza che abbiamo conquistato all'estero? Ci fosse stato il ministro Frattini, credo che queste cose non sarebbero successe". L'Italia dei Valori, da par suoi, chiede che il governo riferisca alla Camera sull'ostaggio italiano ucciso in Nigeria. "E' un fatto grave, che apre un problema con l'Inghilterra. Per questo terzi deve venire a riferire in Parlamento", ha spiegato il capogruppo dipietrista alla Camera, Massimo Donadi. Ma c'è chi lo difende... - Ma nella pioggia incrociata di critiche c'è una voce fuori dal coro: è quella del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha immediatamente ribadito la sua piena fiducia nell'operato del ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata. Piena fiducia accordata anche ai nostri servizi segreti: lo hanno riferito fonti della presidenza di Montecitorio. Il leader futurista, insomma, è rimasto l'unico a difendere il titolare della Farnesina, che è stato ambasciatore d'Italia in Israele tra il 2002 e il 2004 ed è noto, tra l'altro, per essere stato l'uomo che gettò le basi per la storica visita di Fini nello Stato ebraico nel novembre 2003.

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