Cerca
Logo
Cerca
+

Senza più soldi né orgoglio: forze armate inglesi in crisi

C'erano una volta i tempi gloriosi delle forze speciali britanniche. La morte di Lamolinara l'ultimo esempio dell'inarrestabile decadenza

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Sono lontani i tempi gloriosi delle forze speciali britanniche, che nella Seconda Guerra mondiale facevano il bello e cattivo tempo nel Mediterraneo e in Africa. L'ultimo esempio di un'inarrestabile decadenza è il tragico fallimento degli Special Boat Service (Sbs), commando della marina, che hanno tentato di liberare Franco Lamolinara e Chris McManus, due ingegneri nelle mani di un gruppo di terroristi nigeriani. I royal marines sono arrivati quando i due erano stati già uccisi dai loro rapitori. Non è il primo fiasco. In Afghanistan il 24 settembre 2007, l'agente del Sismi Lorenzo D'Auria venne gravemente ferito durante un altro blitz, che quella volta fu effettuato direttamente dalle forze speciali britanniche e italiane. Morì il 4 ottobre all'ospedale militare del Celio. Lo stesso anno è stata la volta di un'altra figuraccia dei britannici, finita sulle tv di tutto il mondo. Quindici militari (sette marinai e otto marine) catturati dall'Iran hanno finito tutti per cedere alle pressioni delle autorità di Teheran e hanno «confessato» di essere stati catturati all'interno delle acque territoriali iraniane, mentre il loro governo ha sempre sostenuto che la Guardia rivoluzionaria fosse illegalmente intervenuta in acque irachene. I 15 non solo si sono fatti riprendere senza uniforme ma l'unica donna del gruppo ha indossato anche il velo islamico. Sono stati poi liberati e alcuni di loro hanno concesso interviste ai tabloid per migliaia di sterline. Non ci sono più i soldati di una volta ma mancano anche soldi e mezzi, a causa dei tagli massicci voluti dal premier David Cameron. Nell'ottobre 2011 nessuna unità della Royal Navy è stata in servizio a difesa delle acque territoriali. Una fregata o un cacciatorpediniere sono di solito assegnati al ruolo di “Fleet Ready Escort” e restano in porto o in acque britanniche per rispondere a emergenze in patria. Tutta colpa della Strategic Defense and Security Review, che ha ridotto le risorse della Royal Navy in risposta alla crisi: la flotta di superficie della Marina britannica è stata tagliata da 24 a 19 navi e con dieci unità mobilitate per la guerra in Libia e altre in giro per il mondo nessuna era disponibile per montare la guardia alle coste nazionali.  Ma l'onta più grande è rappresentata dalle portaerei, anzi dalla loro mancanza. Il Regno almeno fino al 2016 non disporrà di questo tipo di imbarcazione. Secondo l'ex generale britannico Julian Thompson oggi Londra non potrebbe mantenere il controllo delle isole Falkland, come invece accaduto nel 1982. di Alessandro Carlini

Dai blog