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La riforma della giustizia: ecco che cosa cambierà

In arrivo provvedimenti su corruzione, prescrizione, responsabilità toghe, art.18 e reintegro, intercettazioni e concussione

Andrea Tempestini
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Tra i nodi discussi nel vertice a cui hanno preso parte il premier Monti e i leader dei partiti - Alfano, Bersani e Casini - anche quello della giustizia. E un pacchetto in materia è all'ordine del giorno dell'esecutivo: la riforma sarà articolata in sei punti chiave. Il compromesso tra i partiti resta però difficile da raggiungere. La discussione procede ad oltranza e si cominciano ad intravedere alcune possibili soluzioni sui sei temi. Si discute di prescrizione, corruzione, responsabilità dei magistrati, reintegro del lavoratore licenziato, concussione e intercettazioni. Ecco i temi punto per punto. Corruzione - E' in arrivo il reato di corruzione tra privati. Fino ad oggi la corruzione riguarda un accordo illecito tra un funzionario pubblico e un privato cittadino. In futuro, per esempio, anche l'accordo tra un manager e un subappaltatore, nel caso in cui girassero sottobanco delle mazzette, sarà considerato reato. Resta ancora da vedere come il reato sarà articolato: il governo non vuole inserire una versione troppo estesa all'interno della quale possano ricadere una miriade di casi non ritenuti punibili a livello penale. Prescrizione - Il governo vuole più trasparenza nei processi decisionali in materia di appalti pubblici, rotazione obbligatoria negli incarichi per i dirigenti. In parallelo si allungheranno anche le pene, e quindi i tempi della prescrizione. Tra le ipotesi ci sarebbe anche un'idea-choc, ossia che il dipendente pubblico che venga a conoscenza di una corruzione e che aiuti gli ivnestigatori avrà garanzia di anonimato e potrà essere premiato con una quota dei soldi recuperati al termine del processo. Responsabilità delle toghe - Il tema della responsabilità civile dei giudici resta incandescente: i partiti si scontrano partendo da posizioni diametralmente opposte. L'accordo è lontano, l'intento è quello di trovare una "soluzione equilibrata". Ciò implica che la soluzione prospettata dal leghista Pini e passata un mese fa alla Camera non sia ritenuta equilibrata da più parti. Il governo Monti è così orientato a ripristinare il meccanismo indiretto: il cittadino che si considera vittima di un errore giudiziario potrà chiedere un risarcimento allo Stato; sarà poi lo Stato a rivalersi, eventualmente, sul giudice. Verrebbe così indebolita la repsonsabilità diretta della toga. Articolo 18 e reintegro - Tutti concordi sul fatto che sia necessario sveltire i processi per le cause di lavoro. Il punto è: come? Così, per sbloccare la trattativa sull'articolo 18, il governo ha proposto di dare al giudice del lavoro la competenza per stabilire se un licenziamento sia discriminatorio (e quindi vietato) oppure motivato per ragioni economiche (e quindi possibile). Non è ancora chiaro però come velocizzare questo processo. L'unica decisione del governo è stata quella di rafforzare gli organici delle sezioni speciali dedicate alle imprese. Intercettazioni - Qualcosa cambierà anche sulle intercettazioni, un tema sul quale il Parlamento da anni è dilaniato e su cui è difficile trovare un accordo tra i partiti. Per comprendere come cambieranno le leggi sulle intercettazioni è troppo presto. Di certo l'esecutivo non vuole essere accusato dalla sinistra di "imbavagliare" magistratura e informazione, e quindi soprattutto per editori e giornalisti sono previste pene più soft rispetto a quelle che furono prospettate dalla legge Alfano. Secondo le indiscrezioni il governo ripartirà dal ddl Mastella che fu votato in Parlamento nel 2008, e dallo stesso ddl Alfano. Unendo i due testi, il ministro Severino è intenzionata a procedere con massima cautela e partendo dai punti condivisi. Concussione - L'Europa e l'Ocse ci chiedono di cancellare il reato di concussione, una singolarità del codice penale italiano: l'obiettivo è quello di armonizzare la nostra legislazione con quella degli altri paesi dell'Unione Europea per favorire gli investimenti in Italia. Così Monti e i leader dei partiti hanno discusso anche della ristesura del reato di concussione, il che non significa impunità per i concussori. Tra le ipotesi allo studio c'è quella della riscrittura dei reati di corruzione e di estorsione per ricomprendere quelle condotte che finora rientravano nei casi di concussione.

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