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L'ex carceriera di Abu Ghraib Non mi pento e non mi scuso

Lynndie England era una dei soldati Usa che torturarono i detenuti nel carcere iracheno: "Ora la mia vita è un inferno"

Andrea Turco
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Lynndie England divenne famosa, suo malgrado, per l'immagine in cui teneva al guinzaglio un prigioniero iracheno nudo. L'ex soldatessa era una delle carceriere di Abu Ghraib, la prigione tristemente nota per gli abusi perpretati dai soldati americani nei confronti dei detenuti iracheni, dopo la caduta del regime di Saddam. Torture e vessazioni che vennero immortalate da scatti che fecero il giro del mondo e coprirono l'America di vergogna. I protagonisti di quelle violenze furono tutti condannati e anche Lynndie dovette scontare 3 anni di prigione più la cacciata dall'esercito con disonore. Ora a 8 anni di distanza torna a parlare. Non mi pento - La England ora ha 29 anni, vive a casa coi genitori a Fort Ashby, nel West Virginia. L'ex soldatessa non lavora e passa tutto il tempo a prendersi cura del figlio Carter avuto dal suo ex amante Graner anche lui coinvolto negli abusi di Abu Gharib. La sua vita, racconta la England, è un inferno tanto da invidiare i prigionieri che ha seviziato. "Le loro vite sono migliori. Hanno avuto la meglio. Non erano innocenti. Cercavano di ucciderci e vorreste che mi scusassi con loro? È come chiedere scusa al nemico" confessa l'ex soldatessa senza un minimo di rimorso. Per lei quei detenuti erano lì perché colpevoli e ammette solo di essere stata ingenua per aver fatto quelle foto. Vita da inferno - La England racconta di sognare ancora l'esercito. Ma lo stato, dichiara lei, l'ha abbandonata. "Manderei richieste di lavoro ovunque. Non posso lavorare da McDonald's o Burger King". Il suo nome, infatti, non è un bel biglietto da visita. Crede di essere seguita da qualcuno che vuole vendicarsi per quello che ha fatto in terra irachena. "La gente si chiede perché mi guardo sempre dietro le spalle. Potrebbe succedere anche fra vent'anni. La gente aspetta. La gente è paziente".

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