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Spesa proletaria, tutti assolti Noi mortali invece paghiamo

Il tribunale di Roma: l'esproprio dei no global del 2004 era un gesto politico. Mainiero: "Possiamo solo incavolarci"

Nicoletta Orlandi Posti
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Abbiamo risolto i nostri problemi. L'Imu in arrivo? Le accise, i rincari, la pensione che non basta, rata del mutuo, spese condominiali, bolletta della luce, caro gas e carissima moglie mia quanto mi costi? Campate sereni. Champagne, signori. Sentenza del Tribunale di Roma, decima sezione penale: la cosiddetta «spesa proletaria» (in pratica entrare in un negozio e spiegare poi che l'esproprio è stato un gesto politico e di disobbedienza mediatica) è lecita. Presumiamo che, con le stesse motivazioni, possa essere lecito entrare in un supermercato e prendere le fette biscottate per il pargolo o la lasagna per la domenica in famiglia. Anche la bistecca di manzo e un po' di frutta fresca, perché no? I fatti (come spiegato qui accanto) risalgono ad otto anni fa. Erano in 39, appartenenti all'area dei Disobbedienti. C'erano, tra gli altri, un consigliere comunale di Roma, Nunzio D'Erme, e uno dei capi storici del movimento, Luca Casarini. Brevemente. Entrarono nella libreria Feltrinelli e in un supermercato. Secondo l'accusa, dalla libreria portarono via merce per 18 mila euro. Dal supermercato prodotti per 36 mila. Erano accusati di rapina e lesioni. Spesa proletaria, dissero. Aggiunsero che si trattava di un gesto mediatico e che non si erano appropriati di nulla. Furono gli altri, i clienti non disobbedienti, ad approfittare del disordine e a sottrarre la merce. Gli inquirenti la pensarono diversamente: rapina aggravata e lesioni. Tre anni e sei mesi di reclusione, disse il Pm. Ieri, a otto anni di distanza, i 39 esproprianti (mediatici) sono stati tutti assolti. Ovvio: il tribunale avrà avuto le sue buone ragioni. Ha ascoltato, vagliato, ragionato e assolto nel pieno rispetto della legge. I tribunali possono fare solo questo. E questo a noi ci rincuora. Signori, vi piace leggere? Vi accontentate di opere che non rimarranno nella storia della letteratura (niente Dante e Boccaccio) ma che hanno fatto discutere? Bene, entrate in libreria e andate verso lo scaffale giusto. Se siete fortunati, vi imbatterete in “Genova dentro”, Editori Riuniti. L'autore è Luca Casarini, leader del movimento no-global, portavoce del Genoa Social Forum, aria di riferimento sinistra radicale. Il libro costerebbe 18 euro. Ma presumiamo che possiate spiegare alla cassiera che si tratta di esproprio mediatico. La cassiera capirà. Volete un altro libro? Altro scaffale, altra ricerca. E oplà, altra opera: “La parte della fortuna”. L'autore è sempre lui, Casarini Luca da Venezia. La casa editrice è la Mondadori, cioè Berlusconi, cioè l'avversario di Casarini. Euro 16. Spiegate sempre che l'esproprio è solo mediatico. Vero: per otto anni avrete a che fare con la giustizia, avvocati, giudici, accuse. Ma siete «disobbedienti», avete fatto l'esproprio mediatico e avete anche ricevuto un po' di pubblicità gratis. Champagne, la vita vi sorride. Che dite, non ce la fate? E forse avete ragione anche voi: disobbedienti si nasce. Noi, fatti come siamo, ci beccheremmo tre anni di reclusione ciascuno. Meglio desistere. Signori miei, pagate l'Imu e tutto il resto. Tirate la cinghia e tenetevi il dubbio: ma quella merce per un valore totale di 54 mila euro, questi signori l'hanno espropriata, come dice l'accusa, o l'hanno espropriata solo mediaticamente, che continuiamo a non capire bene cosa voglia significare e se sia o meno un reato punibile? Attendiamo le motivazioni della sentenza. E nel frattempo possiamo solo incavolarci. di Mattias Mainiero  

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