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La Merkel sfotte la Grecia: "Da voi vacanze low cost"

Gaffe di Angela: vacanze meno care in Grecia. Sui tagli ellenici: Non sono un bene, da voi verranno troppi tedeschi

Andrea Tempestini
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Bravi, molto bravi, avete fatto bene a tagliarvi la paga, così adesso costerà di meno trascorrere le vacanze nel vostro Paese. Angela Merkel si congratula inaspettatamente con i greci per il loro spirito di sacrificio e indica nel turismo la più genuina risorsa ellenica su cui fare leva per risollevare il Paese dal disastro. I suoi complimenti, dopo le severe paternali degli ultimi tempi fino all'arrivo del presidente “tecnico” Lucas Papademos, la cancelliera li ha inviati ad Atene ieri, dalle colonne del giornale ceko Lidove Noviny, che l'ha intervistata in vista della sua visita a Praga martedì  prossimo. Dopo la stangata dell'austerità dettata dalla Germania, ecco Frau Angela che porge la carota: «Il Parlamento greco ha approvato misure dure, come il taglio dei salari minimi, in modo di ottenere, ad esempio, la competitività nel settore turistico rispetto ai Paesi vicini». Tra cui l'Italia, per inciso. L'elogio merkeliano non fa una grinza, solo che ha il sapore di una beffa,  perché il ribasso dei costi per i vacanzieri stranieri in Grecia sarà un regalo soprattutto ai tedeschi che sono in testa, insieme con gli inglesi, nella graduatoria delle presenze turistiche da oltreconfine. Secondo le stime dell'ambasciata greca a Berlino, gli arrivi dalla Germania sono 2,5 milioni l'anno. Sta di fatto che il turismo in Grecia produce il 18 per cento del Pil e mantiene 700mila posti di lavoro. E potrebbe diventare ancora più redditizio se sarà sviluppata modernamente la rete termale, che conta una ventina di impianti di notevole capacità. «La Grecia adesso ha un'opportunità», assicura Angela Merkel nell'intervista. «Non intendo abbellire le cose: la Grecia ha ancora un aspro cammino da fare, ma ha già compiuto molti passi su questa strada. Tutti dobbiamo riconoscerlo». Lei per prima con questo inatteso  incoraggiamento, dopo essersi distinta come la più intransigente nelle critiche. E allora, tanto di cappello ai nuovi governanti ateniesi: «Sono decisioni politiche difficilissime, per le quali ho molto rispetto,  daranno i loro frutti nel tempo». La sua dichiarata convinzione non cambia: «La Grecia vuole rimanere nell'eurozona e pure io lo desidero perché un'uscita della Grecia avrebbe gravi conseguenze. Molti esperti vedono il pericolo di un effetto domino che potrebbe coinvolgere altri Paesi». La maggioranza dei tedeschi vorrebbe mollare la Grecia al suo destino, ma Angela ancora resiste. Papademos, intanto, si accingerebbe a chiedere un terzo pacchetto di aiuti, dopo i 240 miliardi garantiti dai primi due interventi europei. Il  fiduciario in Grecia della cancelliera è il tedesco Horst Reichenbach, capo della task force internazionale organizzata da Fondo monetario, Banca europea e Commissione di Bruxelles per controllare gli impegni presi dai greci per il risanamento nazionale. Sull'incremento dei proventi del turismo, Reichenbach è molto cauto, per non dire scettico. «Nello scorso anno, il settore è andato molto bene», ha detto in questi giorni al quotidiano economico Handelsblatt, quest'anno però la situazione dovrebbe rivelarsi meno positiva che nel 2011. Il numero dei turisti è in diminuzione e può darsi che dipenda dal clima sociale nel Paese». In altre parole, detta con meno diplomazia, le agitazioni culminate nei roghi dei palazzi nel centro di Atene e la tensione in vista delle prossime elezioni politiche di maggio stanno allontanando i turisti stranieri. L'ondata di “germanofobia” scatenata in Grecia dalla morsa dell'austerità ha spaventato la tradizionale clientela tedesca e minaccia di dirottarla altrove, nonostante il ghiotto “sconto” messo in preventivo dalla cancelliera. Per ora, la normalizzazione in Egitto e in Tunisia dopo la turbolenta “primavera araba” sta ripopolando gli alberghi sull'altra sponda del Mediterraneo. di Enzo Piergianni

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