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Formigli Un radical chic che invecchia la tv... Serve la leggerezza: più tette a La7

A rischio 'Piazza Pulita' di Corrado. Ma è la rete Telecom ad essere noiosa in generale. Ecco come riscattarla

Andrea Tempestini
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Corrado Formigli e il suo talk show Piazzapulita agonizzano nella triste palude del 3-4% di share e l'amministratore di La7, Giovanni Stella, potrebbe sopprimere il programma. L'indiscrezione del quotidiano Italia Oggi, se confermata, sarebbe la prima picconata al progetto di trasformare La7 in una terrazza radical-chic antiberlusconiana. Il figliol prodigo di casa Santoro, Corrado Formigli, sarebbe il primo a scendere, ma tutto il pattuglione di pasionarie in tacchi a spillo, dalla Gruber alla Dandini alla Bignardi, forti dei loro ascolti microscopici, cominciano a sentire un vento gelido in piena primavera. Anche la comica gastrointestinale, Geppi Cucciari, ex Zelig, definita dal solito sibillino Aldo Grasso “il caso più interessante su La7 dopo Enrico Mentana”, che avrebbe dovuto portare nella rete un po' di crassa comicità ma presunta intelligente stile Littizzetto, non schioda da ascolti da encefalogramma piatto. Gente che di televisione pare intendersene, come il conduttore di TvTalk Massimo Bernardini, non si spiega perché i programmi di qualità non incontrino il gusto del pubblico. Forse la domanda è posta male, nel senso che questi non sono programmi di qualità, sono programmi narcisistici, montati su misura di conduttori star che pensano di essere suscitatori di ascolti perché hanno un piccolo ma influente seguito di fan. Condividono la stessa formula: chiacchiere vanesie. Lerner ha provato a galvanizzare un po' la tristezza dei suoi estenuanti dibattiti sul declino del capitalismo occidentale invitando le prime file della Scala. Lodevole intenzione, peccato che una volta finito di volare con Mozart, dopo la pubblicità, si tornasse in studio a discutere della dirompente attualità delle analisi economiche di Marx e Engels. E uno a quel punto vorrebbe che il palinsesto impazzisse, e irrompesse l'Ispettore Barnaby, o una scosciatissima Carrie di Sex and The City e a colpi di borsetta di Hermès scacciasse tutta quella barbosa lagna. Noi di televisione non ce ne intendiamo, ci limitiamo a pensare che la noia che ci sopraffà ogni volta che Formigli dà la parola all'ennesimo operaio del soviet, all'ennesimo precario indignato, all'ennesima fanciulla di bell'aspetto che non vuole sentirsi dire che è bella perché ha il complesso della puttana, viene percepita anche da molti altri. L'idea di una televisione oligarchica, per pochi e fatta da pochi, quale che sarà la decisione dei capi di La7 in merito ai loro programmi, è stata sicuramente un fallimento. Va bene, si dirà, non pretendevamo gli ascolti dei varietà di Pippo Baudo o dei quiz di Mike Bongiorno, miravamo a, come si dice, fare opinione, stimolare il dibattito. Opinione de che? si direbbe a Roma. Dopo le Invasioni della Bignardi gli unici a parlare della trasmissione sono l'eroico giornalista del Foglio, Claudio Cerasa, che vi partecipa, e i congiunti della conduttrice su twitter. La Cucciari è più famosa per gli spot sul noto prodotto che libera l'intestino ma invade il suo frigorifero. Lilli Gruber è sempre più truccata e luminosa, sembra un ologramma come Obi Wan Kenobi di Guerre Stellari, e nessuno segue il suo programma per i contenuti, ma per scoprire il riflessante dei suoi capelli, e infatti nessuno si ricorda chi è l'ospite non solo dopo, ma neanche durante il programma. Sabina Guzzanti è ansiogena, con quei suoi occhi stralunati e la sua perforante parlantina nasale ci viene sempre voglia di sedarla, per il suo bene oltre che per il nostro. Perché mai uno, stremato da una giornata tra crisi, benzina alle stelle, risparmi che si assottigliano, dovrebbe darsi il colpo di grazia con questi tristi e petulanti compagni? Diceva Zavattini: la giovinezza ha il corpo. Ecco: troppa mente fa la televisione vecchia. Un po' di carne, prego. di Giordano Tedoldi

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