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Facci Tutte le omissioni di Tonino Di Pietro: parla a Monti di suicidi e scorda Mani Pulite

Show del leader Idv in Parlamento: accusa il premier per la crisi. Proprio lui, che su Tangentopoli ha la coscienza sporca...

Giulio Bucchi
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Considerando che è pure un capo partito, Antonio Di Pietro resta forse il più importante e impunito buffone che abbiamo mai avuto in Parlamento. Non ci si bada più: ma ieri, per esempio, ha detto rivolto a Monti: «Lei, signor presidente latitante che non c'è... va soltanto a raccontare le stronz... le bugie sui giornali... ma ci sono persone che si stanno suicidando... Lei ce li ha sulla coscienza, questi suicidi... e la cosa che deve far riflettere chi ci ascolta... ». Ha detto «chi ci ascolta» perché c'erano le telecamere, parlava come se fosse in tv: il Parlamento è ridotto a questo, a un fondale televisivo. E parlava di suicidi sbattuti sulla coscienza altrui, oltretutto: e questo vuol dire cercarsele, perché se Monti è responsabile di suicidi allora Di Pietro che cos'è? Dal 1992 al 1994 - nel periodo in cui impazzava lui e la carcerazione preventiva - i suicidi «giudiziari» furono 32: un numero spaventoso e fuori media, ma che riguardò, soprattutto, una serie di «politici ladri» che in parte non risultavano neppure indagati. Persino Le Monde, nel febbraio 1993, scrisse che «In fin dei conti l'operazione Mani pulite ha provocato più suicidi che grandi processi». Prima di sbattere quei suicidi sulla coscienza di Di Pietro, certo, occorrerebbe rifletterci. Ma lui, intanto, sbatte i suicidi in faccia a Monti. di Filippo Facci

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