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Licenziato e solo, si suicida

Ma chiede di donare il cuore

Silvia Tironi
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Una vitafatta letteralmente a pezzi. Anni fa il divorzio dalla mogliecon un figlio a carico, quindi la perdita del lavoro e la frustrazione di nonriuscire a trovarne un altro, infine l'avvio – a breve -  di una causa di sfratto perché non riusciva apagare l'affitto. Impossibile, per Oliviero B, 63 anni, diMilano, uscire da questo dramma se non con i nervi a pezzi. E la maturazione diuna tragica scelta: il suicidio. Senza tuttavia scordarsi di chi, forse, stava anchepeggio di lui, almeno dal punto di vista della salute. Così ieri l'uomo si ètolto la vita, buttandosi dal terrazzo all'ultimo piano dello stabile in cuiviveva in via Velletri 1 aMilano. Ha preso uno sgabello, lo ha avvicinato al parapetto, ci è salito soprae si è lanciato. Nel suo appartamento la polizia ha trovato un biglietto, contenentela sua ultima volontà: " In caso di mio decesso desideroessere cremato se non è troppo complicato. Ps: dalle visiteavrei il cuore di un ventenne, se possibile donatelo, ma non credo che lo sia. dallevisite avrei il cuore di un ventenne, se possibile donatelo, ma non credo chelo sia". Sul posto è poi giunto il fratello, che ha raccontato agli agentidel licenziamento. Depresso perché non riusciva a trovare un altro impiego, haanche tentato invano di giocarsi gli ultimi soldi al Lotto, ha raccontato l'uomo.Oliviero B. era schivo, riservato, non voleva nemmeno che i familiari loaiutassero. La ex moglie non lo vedeva da 18 anni.

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